• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cultura > Orphan - ma che centrano le adozioni?

Orphan - ma che centrano le adozioni?

Facciamo che ci togliamo il dente subito. Le polemiche americane che sono nate intorno ad Orphan sono assolutamente pretestuose e non fondate sulla realtà.
In pratica o sono fasulle oppure chi le ha alimentate non ha visto il film.

Ed ora andiamo sul difficile perchè per spiegare questa mia affermazione dovrei raccontarvi il finale del film, o meglio la sua chiave, cosa che vi rovinerebbe il gusto della visione.

Facciamo così... io vado avanti col dire la mia e vi avverto quando sto per raccontare il clou della questione, ok?

La famigliola americana in questione ha già due figli sugli 8 e i 5 anni, ma marito e moglie arrivano dal trauma della perdita del terzo figlio, nato morto. Lo shock ha portato la moglia nel pieno dell’alcoolismo e problemi vari in famiglia.

Ora però è tutto risolto e i due decidono di adottare una bambina già grande per trovare sfogo al loro amore traboccante.

La candidata è Esther, una bambina di 9 anni che veste in modo molto antiquato, arriva da una zona non precisata della Russia ed è molto riservata. Inoltre è abile pianista, grande disegnatrice ed in poco tempo impara perfettamente il linguaggio dei segni che le serve per comunicare con Maxime, la sorella piccola che non parla e ci sente poco.

Tutto bene, quindi? Per nulla!
Da quando arriva la bambina iniziano a verificarsi strani incidenti e c’è anche una morte misteriosa.

Dietro tutto quanto c’è Esther che sembra essere l’ennesima bambina malvagia che non ha paura di maneggiare armi e in caso di necessità di uccidere.

L’horror nel film è limitato ai primi tre minuti, quelli della sequenza dell’aborto, che è abbastanza grandguignolesca, poi il film si trasforma in un buon thriller con tutti i crismi del caso.


La moglie, una discreta Vera Farmiga, ha forse capito tutto ma naturalmente il marito non le crede. La piccola Maxime è completamente circuita dalla sorellastra e non riesce a trovare il coraggio di raccontare quello che sa. Il fratello la odia da subito, ma viene messo a tacere appena diventa pericoloso.

orphan-fuhrman
Ed ora arriviamo al motivo per cui ritengo sballate le polemiche e quindi attenzione allo spoilerone (chi non vuole fregarsi il film è pregato di saltare il paragrafo).

La Farmiga riesce a scoprire che Esther non è una bambina ma una folle fuggita da un’ospedale psichiatrico. Affetta da una curiosa forma di nanismo che le fa mantenere in tutto e per tutto le forme e la statura di un bambino.

Et voila
la chiave della vicenda spiega tutto.
Spiega i comportamenti esagerati di Esther, spiega la sua lucidità nelle azioni. E soprattutto rende evidente l’artificiosità della polemica sui bambini adottati.

Conclusione: Orphan non è un horror ma non è nemmeno un film che vuole sollevare la questione delle adozioni. Semplicemente è un buon thriller (con un’idea obiettivamente nuova) che ha nell’adozione della bambina solo una contingenza della storia.

Fine dello spoiler
, potete tornare a leggere.

In definitiva Jaume Collet-Serra ha messo insieme un film discreto, ben fatto, non certo memorabile ma ottimo per passare una serata con un minimo di tensione.
Isabelle Fuhrman (che di anni ne ha 12) è molto brava sia nelle sue espressioni da statua di cera che in quelle di follia pura.

Ed ora che sappiamo il segreto del film, che ne dite di un bel sequel virato decisamente verso l’horror?

Qui la casa originale di questo articolo.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares