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Olindo e Rosa. Un caso chiuso?

«In nome del popolo italiano questa Corte riconosce Romano Olindo e Bazzi Rosa... Angela Maria colpevoli dei reati loro ascritti e li condanna alla pena dell’ergastolo con 3 anni di isolamento diurno»

Questa la sentenza, alle 17:58 del 26 novembre 2008, espressa dal Presidente della Corte d’Assise di Como Alessandro Bianchi.
Il pm Astori uscendo dall’aula: «Era l’unica sentenza possibile»

L’avvocato difensore dei coniugi, Pacia, ha consigliato ai Romano di non assistere alla lettura della sentenza. «Prevedevo quello che sarebbe successo e ho voluto risparmiare loro questo momento - ha detto -, soprattutto per Rosa che è una persona molto sensibile» (a dovuta memoria, secondo l’accusa, è stata proprio la sensibile Rosa a togliere la vita al piccolo Youssef, che piangeva sul divano, dando troppo fastidio...come da lei riportato nella ricostruzione dei fatti).

Davanti alla corte erano presenti Elena ed Andrea, che nella strage hanno perso la madre Valeria Cherubini, figli di Mario Frigerio (unico sopravvissuto alla strage che, ricordiamo, dopo giorni di coma è tornato "in vita", se vita si può dire quella che lo aspetta, fornendo l’identikit che ha portato sulle tracce degli imputati); Azouz Marzouk porta con sé due rose bianche, una per la moglie Raffaella Castagna e una per il piccolo Youssef, il figlio di appena trenta mesi ucciso con un colpo di coltello alla gola.
E’ presente anche il padre di Raffaella, Carlo Castagna con i due figli. Piange sia per la perdita della figlia, con cui non parlava da tre anni, da quando cioè era entrato in scena Azouz, anch’egli sospettato dei delitti, che per la perdita della moglie Paola Galli, anche lei vittima della strage, colpevole solo di essere accorsa in aiuto della figlia.

Alla lettura della sentenza ha fatto seguito un breve momento di silenzio ed un timido applauso commosso.
«Ora i miei cari possono riposare in pace», questo il commento di Azouz a caldo.


Carlo Castagna, visibilmente commosso, replica: «Volevamo una pena giusta commisurata a quello che hanno fatto, non abbiamo mai cercato vendetta [...] La parola ergastolo mi angoscia ma giustizia è fatta. Penso che due anni fa in questo periodo - ha aggiunto - stavamo preparando la festa di Natale, poi il nostro mondo è completamente crollato» (ndr la strage ha avuto luogo l’11 dicembre 2006).

La Corte d’Assise di Como ha previsto un risarcimento, da parte dei coniugi, a titolo provvisorio, di 300mila euro per Mario Frigerio, 100mila euro a testa per i figli Elena ed Andrea; a questo si aggiunge il risarcimento immediato di 60mila euro per Azouz e di 10mila euro ciascuno ai suoi genitori residenti in Tunisia, anch’essi costituitisi parte civile.

Olindo e Rosa, i coniugi accusati della strage di Erba, non si sono presentati in aula su consiglio del loro avvocato, Enzo Pacia, che così commenta: «In appello la sentenza sarà capovolta ma in primo grado l’ergastolo era un copione già scritto. A Como, lo sapevo, non poteva che finire così - aggiunge - i miei assistiti sono stati dipinti come dei mostri e mostri dovevano essere».

In appello la sentenza sarà capovolta.



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