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Olimpiadi Parigi 2024: la vittoria della nazionale femminile di pallavolo macchiata da squallide polemiche

 

Le Olimpiadi di Parigi si sono concluse con un bilancio molto positivo per l'Italia.
A diverse delusioni (numerosi quarti posti) e strascichi polemici su alcune decisioni arbitrali si sono però aggiunte notevoli soddisfazioni in discipline in cui non speravamo di arrivare così in alto.
Personalmente (ma credo di esprimere il giudizio di parecchi italiani) ritengo che la vittoria più bella ed emozionante sia stata quella ottenuta dalla Nazionale femminile italiana di Pallavolo che finalmente ha consentito all'Italia di imporsi e di scrivere il suo nome nell'albo d'oro delle squadre vincitrici di tale specialità.
Le prestazioni delle ragazze che si sono rese protagoniste di tale impresa sono state davvero superlative, a dimostrazione dell'ottimo lavoro realizzato da Velasco, grandissimo allenatore ma anche persona di notevole spessore umano.
Purtroppo subito dopo questa straordinaria e memorabile affermazione sono scoppiate le (ormai) inevitabili polemiche sul fatto che in quella squadra figuravano delle ragazze di colore.
E allora avanti tutta con scribacchini a cercare di fare interviste ad entrambe su questo loro aspetto e sul fatto che non rappresentino la "razza italica" (concetto fantasioso e fascitizzante) relegando così in secondo piano l'impresa da poco compiuta e mortificando nel contempo mesi di lavoro e sacrifici consumati nella sua realizzazione.
Non sono poi mancati pseudo analisti improvvisati di tale disciplina che hanno affermato che la Egonu non sarebbe riuscita ad arrivare dov'è senza il contributo determinante delle sue compagne di squadra.
Quanta superficialità nel riuscire alla fine a scoprire la solita "acqua calda"!
La pallavolo di per sé è una delle discipline sportive in cui è fondamentale proprio il gioco di squadra perché l'apporto di ogni singolo giocatore risulta determinante per l'esito finale di qualsiasi partita.
Un gioco collettivo assoluto dove pur essendoci fuoriclasse degni di nota, tale caratteristica appare secondaria se vista nell'ottica della qualità del lavoro di squadra che dev'essere espressa in ogni gara.
Ma al di là di tutto, ridurre la questione della vittoria italiana ad una squallida polemica sul colore della pelle di alcune delle protagoniste è denigrare il grandissimo impegno e le tante rinunce che hanno dovuto fare quelle ragazze per riuscire a raggiungere quel traguardo.
Non se ne può davvero più di tali bassezze e sarebbe davvero l'ora che tutti gli italiani si limitassero ad esprimere la grande gioia ed orgoglio nei confronti di questi esseri umani che hanno fatto veramente grande il nostro Paese, dimostrando che al di là del calcio, esistono in Italia diverse discipline sportive che sono in grado di realizzare prodezze sportive di grande spessore come appunto hanno fatto le nostre pallavoliste.
Quindi un grazie di cuore a tutte loro e ai sostenitori patetici della "razza italica", direi di andarsi a cercare un'isoletta nel mondo in cui stabilirsi definitivamente e dove poter sfogare le loro patetiche frustrazioni, battezzandola col nome di "Repubblica italica D.O.C.".
Magari le compagini sportive che ne verrebbero fuori riuscirebbero poi a gareggiare alla pari con squadre come quelle di San Marino o Andorra (con tutto il rispetto che posso avere per questi paesi).
 
Yvan Rettore
Questo articolo è stato pubblicato qui

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