Obama e le scuole marchiate da un’appartenenza religiosa
Approdato a Belfast per il G8, il presidente Usa Barack Obama ha dedicato del tempo anche ai problemi locali. Nella città in cui i quartieri cattolici e protestanti sono ancora divisi da un muro — come se si vivesse a Cipro, o in Libano, o a Berlino prima del 1989 — si è in particolare soffermato sul ruolo svolto dalle scuole confessionali. E le sue parole non sono passate inosservate.
Nell’Irlanda del Nord le scuole statali sono cattoliche oppure protestanti. E Obama l’ha fatto notare. “Scuole o quartieri separati, così come la mancanza di lavoro e opportunità — simboli storici che sono fonte di orgoglio per alcuni e di sofferenza per altri — sono questioni che non sono tangenziali alla pace: sono centrali per ottenerla”, ha dichiarato. “Se lasciamo che la paura e il risentimento si rafforzino, una situazione del genere incoraggerà la divisione e scoraggerà la cooperazione”.
Obama ha centrato il punto. Ogni appartenenza è, di per sé, divisiva: colloca l’individuo in una comunità da cui sono esclusi altri individui. Una scuola religiosa rafforza ulteriormente questa divisione, perché instilla fin dalla più tenera età un’identità contrapposta ad altre. Una società non ha bisogno di ghetti-prigioni, da cui è difficile uscire e che sono perennemente in guerra fra loro, ma di valori da condividere pacificamente. È questo il peccato originale dell’ideologia sussidiaristica, ed è per questo che ogni scuola pubblica, in quanto di tutti, parte per definizione con un valore aggiunto.
I leader religiosi locali si sono ovviamente indignati ascoltando Obama, arrivando persino a negare l’evidenza. “Le nostre scuole sono aperte a tutti”, hanno rivendicato, per una volta concordi su qualcosa. Le evidenze mostrano invece una società profondamente divisa in due, proprio a partire dalla scuola. Le nuove generazioni sono allevate, come le vecchie, in contrapposizione frontale con il proprio “nemico” storico. C’è un solo modo per uscire dal circolo vizioso: eliminare il problema in radice, far studiare i futuri cittadini nordirlandesi fianco a fianco. Quando saranno grandi, avranno imparato che i vicini che interpretano la Bibbia in modo leggermente diverso non sono affatto il demonio incarnato.
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