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Notizie dal Molin: un Attila con la coda di paglia

[...] Al commissario è stato recapitato un messaggio chiaro: la dignità di Vicenza non va calpestata, nessun lavoro deve iniziare prima della consultazione popolare [...] Guarda il video

 
Non si è fatto vedere tra le calli di Venezia; non si è fatto trovare a casa e non ha calpestato il tappeto rosso della passerella della Mostra del Cinema. Paolo Costa si è dileguato, rendendosi irreperibile per la consegna del poco ambito Premio Attila d’Oro, istituito dai movimenti che difendono il territorio dalla devastazione della quale il commissario è tra i principali responsabili.

Un vaporetto preso a noleggio e due imbarcazioni minori; con questi mezzi una ciurma variopinta di No Dal Molin e No Mose ha solcato la laguna veneziana. La bandiera dei pirati a sventolare sul battello, la musica a tutto volume dalla cassa montata su uno dei motoscafi. Prima tappa, a sorpresa, l’abitazione di Paolo Costa, nell’isola della Giudecca. Il commissario non c’è, ma il premio – un manifesto con la scritta “Paolo Costa in Attila, flagello di Dio” - viene affisso alla porta d’ingresso; ad accogliere i manifestanti, oltre alle forze dell’ordine, la moglie del commissario alla quale vengono consegnati i 30 denari destinati a Costa: come Giuda, anche lui si è venduto per un pugno di monete, decidendo di star dalla parte di chi vuole calpestare la democrazia. E, del resto, fu proprio lui a proporre al Ministro Parisi di «estirpare alla radice il dissenso locale». Dopo aver depositato delle finte bombe in cartone, No Dal Molin e No Mose sono ripartiti alla volta della Mostra del Cinema.

Un dispiegamento di forze spropositato ha accolto i manifestanti all’approdo; poi, l’insolito sbarramento: davanti alla passerella ci possono arrivare tutti, ma non coloro che vogliono protestare. Carabinieri e Polizia spintonano un po’ i manifestanti, fino a quando, dopo un accordo con gli organizzatori della Mostra, tutti possono entrare e una delegazione sale sulla passerella per spiegare le ragioni dell’azione. I giapponesi scattano foto, le tv di tutto il mondo inquadrano il centinaio tra donne e uomini che sventolano bandiere e issano striscioni. Paolo Costa resta nascosto; un’Attila con la coda di paglia: evidentemente l’arroganza non va in coppia col coraggio.

Al commissario è stato recapitato un messaggio chiaro: la dignità di Vicenza non va calpestata, nessun lavoro deve iniziare prima della consultazione popolare del prossimo cinque ottobre. Per questo, i No Dal Molin hanno chiesto una dichiarazione di rispetto verso la città entro il 13 settembre.

La palla, ora, passa al neo Attila d’Oro; a lui la decisione: rispettare Vicenza, spegnendo le ruspe, o dichiararle guerra facendo aprire i cantieri prima che essa possa esprimersi.

Vedi le foto dell’azione

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