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No alla legge bavaglio: la protesta contro il ddl intercettazioni parte da internet

No alla legge bavaglio: la protesta contro il ddl intercettazioni parte da internet

Le proteste contro il ddl intercettazioni non si fanno attendere. Nonostante le norme che prevedono forti restrizioni per i giornalisti che volessero utilizzare le intercettazioni per fare cronaca non siano ancora state approvate dalla Commissione Giustizia del Senato - si voteranno probabilmente lunedì – le reazioni sono ora dopo ora sempre più dure. Poche le eccezioni, come ad esempio quella di Libero sul quale Filippo Facci difende solo, per ora, il divieto di pubblicazione, appellandosi alla privacy e sostenendo che “le intercettazioni sono solo un mezzo di ricerca della prova che deve trovare conferma in un dibattimento, il famigerato processo, perciò il renderle pubbliche prima del tempo tende a violare alcune libertà costituzionali”. Padellaro su Il Fatto è, invece, molto duro, arrivando a minacciare che “se la legge infame passerà, assieme ai tanti giornalisti liberi che ci sono, noi del ‘Fatto’ ricorreremo a tutte le forme possibili di disobbedienza civile”.
 
Stamattina è intervenuto anche il Presidente dei Senatori del Pdl Maurizio Gasparri che ha dichiarato che “nessuna indagine sarà impedita, nessuna notizia giornalistica su fatti e circostanze potrà essere limitata o censurata. Si tratta soltanto di non pubblicare paginate intere di conversazioni telefoniche che nel novantanove per cento dei casi si sono rivelate penalmente irrilevanti”.
 
Le dichiarazioni di Gasparri però non hanno placato gli animi e nel frattempo ci si organizza per scendere in piazza.
 
La mobilitazione, come sempre da qualche tempo a questa parte, parte però da internet dove, dopo la battaglia per il “Caso Mills” Arianna Ciccone, organizzatrice del Festival Internazionale di Giornalismo e promotrice del sito Valigia Blu chiama tutti a raccolta per un altra battaglia.
 
No al bavaglio” è lo slogan che domani, venerdì 21 maggio, grideranno molti cittadini davanti al parlamento in Piazza Montecitorio nello speaker’s corner organizzato per gridare no alla legge sulle intercettazioni telefoniche. Una mobilitazione civica che si avvale del supporto di molte associazioni e personalità di spicco del panorama legislativo italiano. Alle associazioni Libertà è Partecipazione, Current, Articolo 21, Diritto alla Rete Articolo 21, Free Hardware Foundation, Il Popolo Viola, Valigia Blu, Festival Internazionale del Giornalismo e altre, si affiancheranno anche alcuni costituzionalisti quali Valerio Onida, Gaetano Azzariti, Lorenza Carlassare, Mario Dogliani e poi i giornalisti Marco Travaglio, Peter Gomez, editori come Giuseppe Laterza e Lorenzo Fazio di Chiarelettere, i sindacati Usigrai, Unione degli Studenti.
 
Gli organizzatori chiedono inoltre, se non si potrà fisicamente essere a Roma di “mettere come foto (avatar) su Facebook il cartello ‘No alla legge Bavaglio’ ed esporre il cartello alla finestra, sulla macchina”.
 
Intanto raggiunge le 120 mila firme l’appello di Valigia Blu al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in cui si chiede al Presidente della Repubblica di “non promulgare la legge sulle intercettazioni”. La lettera si conclude così: “Mi rivolgo quindi a Lei, il garante della Costituzione, affinché a tutti i cittadini italiani vengano assicurati i diritti di espressione e di informazione, quegli stessi diritti che la Corte Europea dei diritti dell’uomo ha definito prevalenti sul diritto alla riservatezza”.
 
Ancora una volta la protesta parte dalla rete.

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