Nichi Vendola incontra Zaia a Vicenza
Il governatore del Veneto Luca Zaia ha ricordato più volte a Vendola e alla platea: "Quando la Calabria ha una sanità che produce un deficit di 1,5 miliardi di euro e la Regione ci dice che non ha neanche i bilanci per documentare il "buco", cosa devono fare i bravi veneti, mettersi sempre a disposizione per turare la falla? Almeno fossero bravi a curare gli ammalati, invece i calabresi che possono vengono a curarsi al Nord. Ne usciamo soltanto con il federalismo fiscale, che è prima di tutto assunzione di responsabilità”. Vendola dichiara subito: "Accetto la sfida del federalismo, anzi, vi dico io per primo che un certo "sudismo" è una vera malattia.Però, poi, arriva una manovra come quella di Tremonti, che riduce i presidenti di Regione al rango di meri curatori fallimentari dei loro bilanci e di gestori delle Asl. A noi presidenti il governo dà la pistola per sparare in fronte ai servizi sociali, al trasporto pubblico locale, alle politiche di incentivazione... Al netto della sanità, io ho 1 miliardo di euro da spendere. Pagati gli stipendi dei dipendenti, mi restano 400 milioni in tutto e il governo me ne taglia 375. Come devo fare?”.
A questo punto Zaia difende Tremonti ma non nega la realtà: “Io sto con i veneti e sottoscrivo la rivendicazione delle Regioni italiane - sottolinea Zaia - ma questo è un momento generale molto particolare. Paesi come la Francia e la Germania stanno adottando manovre anche più pesanti della nostra: ragioniamo pure sul come applicarla, ma i saldi finali devono restare quelli. Non faccio l’avvocato difensore del governo però la manovra si doveva fare e non è nemmeno scontato che sia l’ultima. Detto questo, non c’è dubbio che le Regioni sono quelle che oggi pagano di più... C’è un’Italia a due velocità e lo dice per primo il Capo dello Stato che il federalismo è la soluzione anche per questo. I cittadini si riapproprino delle istituzioni ed eleggano amministratori degni di questo nome, in giro c’è gente da galera, altro che”. Vendola subito gli risponde: “Il federalismo diventa una bega da cortile se non si decide che cosa vuol’essere l’Italia: un insieme di signorie feudali, con i loro riti più o meno folclorici, oppure un Paese?”.
Arriva poi puntuale la domanda se tiferanno per gli azzurri, Zaia risponde così: "Certo, tiferò per l’Italia ma se la nostra nazionale dovesse essere eliminata terrò al Brasile, lì è nato mio nonno". Vendola, rivolto alla platea dice: “Per amore vostro, anziché guardarla alla tv ascolterò la partita alla radio, in macchina, tornando a casa”.
Per Nichi Vendola l’incontro è stato un successo ha incassato tutta una serie di attestati di stima a Vicenza e prima dell’incontro vicentino ha incassato gli elogi di Bill Emmot ex Direttore dell’Economist dove parlando della crisi della sinistra europea ha paragonato Vendola a Obama e dice: "una rinfrescante combinazione di vecchi valori e capitalismo... è un mobilizzatore in stile Obama delle masse pugliesi, con l’oratoria e il carisma per creare sogni, e sta anche costruendo un movimento nazionale. Come governatore, egli ha almeno in parte accettato che il problema dell’Italia meridionale è stato troppo stato e troppo poco mercato (il cosiddetto "Breznevismo", chiamato così da Vendola stesso) e ha spostato il proprio interventismo verso le infrastrutture locali, verso la concessione di borse di studio a 10.000 studenti, per consentire loro di studiare fuori dalla regione, e verso l’ambientalismo".
Ed Emmott conclude dicendo che se fosse di sinistra adotterebbe la stessa ricetta .
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