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Nichi Vendola incontra Zaia a Vicenza

Nichi Vendola incontra Zaia a Vicenza

“Sono qui con lo spirito di San Francesco ,partito per andare a trovare il feroce Saladino” così si è presentato Nichi Vendola all’assemblea provinciale degli industriali a Vicenza incontrando il suo collega del Veneto Luca Zaia “Io combatto la lega-ha detto Vendola- ma non demonizzo e rispetto le persone , e con Luca Zaia questo è facile”.
 
Ario Gervasutti, direttore del Giornale di Vicenza,intervistatore dei due governatori,comincia subito ad aprire le danze con una battuta sul fatto del giorno "Non abbiamo la Canzone del Piave da suonare...”. dice: "Io sono preparatissimo”. Mentre Vendola replica dicendo: "Io non ricordo neanche l’Internazionale ”Per Emma Marcegaglia ”Vendola è il miglior governatore del Mezzogiorno,la Puglia è una regione ben gestita, ma Vendola purtroppo non è tutti i governatori del Sud”.

Il governatore del Veneto Luca Zaia ha ricordato più volte a Vendola e alla platea: "Quando la Calabria ha una sanità che produce un deficit di 1,5 miliardi di euro e la Regione ci dice che non ha neanche i bilanci per documentare il "buco", cosa devono fare i bravi veneti, mettersi sempre a disposizione per turare la falla? Almeno fossero bravi a curare gli ammalati, invece i calabresi che possono vengono a curarsi al Nord. Ne usciamo soltanto con il federalismo fiscale, che è prima di tutto assunzione di responsabilità”. Vendola dichiara subito: "Accetto la sfida del federalismo, anzi, vi dico io per primo che un certo "sudismo" è una vera malattia.Però, poi, arriva una manovra come quella di Tremonti, che riduce i presidenti di Regione al rango di meri curatori fallimentari dei loro bilanci e di gestori delle Asl. A noi presidenti il governo dà la pistola per sparare in fronte ai servizi sociali, al trasporto pubblico locale, alle politiche di incentivazione... Al netto della sanità, io ho 1 miliardo di euro da spendere. Pagati gli stipendi dei dipendenti, mi restano 400 milioni in tutto e il governo me ne taglia 375. Come devo fare?”.

A questo punto Zaia difende Tremonti ma non nega la realtà: “Io sto con i veneti e sottoscrivo la rivendicazione delle Regioni italiane - sottolinea Zaia - ma questo è un momento generale molto particolare. Paesi come la Francia e la Germania stanno adottando manovre anche più pesanti della nostra: ragioniamo pure sul come applicarla, ma i saldi finali devono restare quelli. Non faccio l’avvocato difensore del governo però la manovra si doveva fare e non è nemmeno scontato che sia l’ultima. Detto questo, non c’è dubbio che le Regioni sono quelle che oggi pagano di più... C’è un’Italia a due velocità e lo dice per primo il Capo dello Stato che il federalismo è la soluzione anche per questo. I cittadini si riapproprino delle istituzioni ed eleggano amministratori degni di questo nome, in giro c’è gente da galera, altro che”. Vendola subito gli risponde: “Il federalismo diventa una bega da cortile se non si decide che cosa vuol’essere l’Italia: un insieme di signorie feudali, con i loro riti più o meno folclorici, oppure un Paese?”.

Arriva poi puntuale la domanda se tiferanno per gli azzurri, Zaia risponde così: "Certo, tiferò per l’Italia ma se la nostra nazionale dovesse essere eliminata terrò al Brasile, lì è nato mio nonno". Vendola, rivolto alla platea dice: “Per amore vostro, anziché guardarla alla tv ascolterò la partita alla radio, in macchina, tornando a casa”.

Per Nichi Vendola l’incontro è stato un successo ha incassato tutta una serie di attestati di stima a Vicenza e prima dell’incontro vicentino ha incassato gli elogi di Bill Emmot ex Direttore dell’Economist dove parlando della crisi della sinistra europea ha paragonato Vendola a Obama e dice: "una rinfrescante combinazione di vecchi valori e capitalismo... è un mobilizzatore in stile Obama delle masse pugliesi, con l’oratoria e il carisma per creare sogni, e sta anche costruendo un movimento nazionale. Come governatore, egli ha almeno in parte accettato che il problema dell’Italia meridionale è stato troppo stato e troppo poco mercato (il cosiddetto "Breznevismo", chiamato così da Vendola stesso) e ha spostato il proprio interventismo verso le infrastrutture locali, verso la concessione di borse di studio a 10.000 studenti, per consentire loro di studiare fuori dalla regione, e verso l’ambientalismo".

Ed Emmott conclude dicendo che se fosse di sinistra adotterebbe la stessa ricetta .

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