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NO WAR: da Napoli l’appello contro la guerra e contro le spese militari

Gli attivisti si oppongono all’ incremento delle spese militari. Le persone tratte in salvo dalle carovane umanitarie in Italia trovano un’ accoglienza poco organizzata a livello istituzionale. Il diritto di protezione non è garantito per tutti.

 di Daniele Pallotta

Alcune centinaia di persone hanno attraversato le vie di Napoli, partendo da Piazza del Gesù, per manifestare contro la guerra e contro le spese militari.

Gli attivisti condannano la guerra di aggressione di Putin e rifiutano anche il militarismo della Nato, il cui intervento miliare rischierebbe di condurre verso una degenerazione sempre più grave del conflitto bellico.

L’aumento delle spese militari previsto in Italia stride fortemente – denunciano - non solo con il dettato Costituzionale ma anche con le condizioni socioeconomiche di un grande parte della popolazione e con servizi pubblici spesso inefficienti che meriterebbero rapidi sostegni economici.

Padre Alex Zanotelli fa appello alla diplomazia, ed in particolare chiede un’ azione forte e chiara delle autorità religiose.

Intanto continuano le carovane di solidarietà verso il popolo ucraino. Danilo Risi, che era partito con la carovana Safe Passage organizzata da Mediterranea Saving Humans spiega sono riusciti a portare in Ucraina aiuti umanitari, come medicinali, cibo e generi di prima necessità. Sono anche riusciti a trarre in salvo in Italia circa 180 persone, di cui 90 sono arrivate a Napoli, alcune bisognose di ricovero medico. “Sono soprattuto donne e bambini – riporta Risi – perché per gli uomini dai 18 ai 60 vige il divieto a lasciare l’ Ucraina. Inoltre chi non è d cittadinanza ucraina trova maggiori difficoltà ad arrivare al confine”. Risi afferma che è stata attivata una rete di strutture che sono state adattate all’ accoglienza dei profughi e denuncia che “il coordinamento che dovrebbe essere in capo alla protezione civile, per quanto riguarda l’ italia, è purtroppo inefficiente.”

Altro nervo scoperto quello del riconoscimento della protezione umanitaria: “Per i profughi di origine ucraina esiste in Italia una protezione automatica di un anno. Chi viveva in Ucraina, ma non ha la cittadinanza ucraina, non beneficia nel nostro Paese dello stesso diritto di protezione”.

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