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Mymovies One. “The women of the Bauhaus”, le artiste dimenticate della Repubblica di Weimar

La Bauhaus, il cui nome completo era Staatliches Bauhaus, Bauhaus di Stato, è stata una scuola d’arte che operò nel contesto storico-culturale della Repubblica di Weimar. Ebbe sede a Weimar dal 1919 al 1925, a Dessau dal 1925 al 1932, a Berlino dal 1932 al 1933, fino a quando il nazionalsocialismo la obbligò a chiudere brutalmente. 

La Bauhaus portò al successo Paul Klee, Walter Gropius, Oskar Schlemmer, Johannes Itten ma, per una ragione sicuramente culturale, relegò in secondo piano le talentuose artiste femmine, che vi parteciparono in numero maggiore rispetto ai colleghi maschi. Erano arrivate in tante le donne alla scuola d’arte Bauhaus fondata dall'architetto tedesco Walter Gropius, perché si presentava annunciando una nuova era: quella di una società diversa, basata sulla parità di genere. Aveva come principale obiettivo la conciliazione della creazione artistica e del metodo artigianale con la produzione industriale, mirando a unire il valore estetico di un oggetto, la sua bellezza, con la componente tecnica e funzionale. La rivoluzione incoraggiata dalla scuola fondata da Walter Gropius aveva attirato quasi cinquecento allieve, speranzose di un'esperienza diversa da quella delle stantie accademie d'arte. Tuttavia, come accaduto a quel tempo anche a molte artiste che si cimentavano in settori diversi, parecchie allieve della Bauhaus usarono il loro talento per il marito e fu lui a raccogliere gli onori; altre, una volta sposatesi, dovettero abbandonare l’impegno alla Bauhaus ed occuparsi solo della famiglia; altre ancora faticarono per ottenere lo stesso stipendio dell’uomo che, a parte qualche aumento, non fu mai pari.

 

Solo alcune riuscirono ad affermarsi, tra queste Gertrud Arndt, Marianne Brandt, Anni Albers, Gunta Stölzl. Per restituire alla storia il giusto equilibrio e riportare alla luce le artiste dimenticate della Repubblica di Weimar, Susanne Radelhof, autrice del documentario Bauhausfrauen, Le donne della Bauhaus, aiutata dalle interviste ad Elisabeth Otto - autrice del saggio “Haunted Bauhaus. Occult spirituality, gender fluidity, queer identities and radical politics” – e con le testimonianze di parenti, studiosi e immagini di repertorio, racconta le vicende delle protagoniste della Bauhaus e l’importanza della loro arte sino ai giorni nostri. The women of the Bauhaus, le donne della Bauhaus, di Susanne Radelhof è visibile su Mymovies One, nella sezione del festival Lo schermo dell’arte. La vita di queste donne le conferma pioniere dell’emancipazione femminile. Il fatto che tali artiste siano state relegate all’oblio e oggi quasi nessuno ne parli, non implica che la loro presenza sia stata di minore rilievo: basti dire che attualmente l'azienda tedesca Tecta produce riproduzioni di arredamento (progettato spesso da donne) della Bauhaus con l'aiuto di documenti ufficiali. Le centinaia di talentuose ragazze formatesi alla Staatliches Bauhaus della Repubblica di Weimar hanno avuto un influsso diretto sull’attuale nostra visione del design e hanno contribuito alla fama e all’autorevolezza di questo movimento in ogni parte del mondo.

 

The women of the Bauhaus

Regia di Susann Radelhof

Genere Documentario 

Germania, 2019. 

Visibile su Mymovies One

Sezione “Lo schermo dell’arte”

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