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Morto emiro del Kuwait: preparava un’area per la via della seta

È morto l'emiro del Kuwait, uno Stato grande quanto la regione Lazio. Si preparava a realizzare un'area destinata al commercio con la Cina. L'area era già collegata con la capitale attraverso un ponte fra i più lunghi del mondo, ultimato anche con la collaborazione di aziende italiane . L'emiro si era distinto anche per una politica estera di distensione 

Si è spento a 91 anni l’emiro Sabah al-Ahmed al-Sabah, dopo una vita trascorsa in diversi ruoli sempre a servizio del Kuwait, un paese dalla superficie estesa quanto il nostro Lazio ma la cui importanza per gli equilibri regionali è spesso sottostimata. Il successore designato è l’83enne principe ereditario Nawaf al-Ahmad al-Jaber al-Sabah, ma sono in forte ascesa le quotazioni del 70enne figlio dell’emiro, Nasser bin Sabah al-Ahmed al-Sabah.
Come riportato dal magazine dell’Ispi Ispionline con un articolo firmato da Annalisa Perteghella l’emiro aveva promosso fra l’altro diversi progetti per rendere lo Stato meno dipendente dal petrolio.

“Al centro del piano ci sono progetti di sviluppo infrastrutturale tra cui il megaprogetto di Northern Gulf Gateway (NGG), al centro del quale vi è lo sviluppo di Silk City (Madinat al-Hareer, la città della seta), nel distretto di Subiya, nel nord del paese. Il progetto, avviato nel 2014 e che dovrebbe essere completato entro il 2035, prevede la costruzione di una vera e propria area urbana da 250 km quadrati comprendente una riserva naturale, una zona di libero scambio, un nuovo aeroporto, strutture congressuali e turistiche, oltre che lo sviluppo del porto Mubarak al-Kabeer, sull’isola Bubiyan.

Il riferimento alla seta non è casuale: lingue ufficiali nella città saranno arabo, inglese e cinese. Nel maggio 2019 è stato inaugurato il ponte Sheikh Jaber al-Ahmad al-Sabah che connette l’area urbana di Silk City alla capitale Kuwait City. Si tratta di uno dei ponti più lunghi al mondo, dalla lunghezza totale di circa 50 km.”


Il ponte era stato realizzato da aziende francesi e sudcoreane ed è stato ultimato lo scorso anno. Vi hanno preso parte anche aziende italiane.
 “La realizzazione di questi progetti richiede però la predisposizione di una nuova cornice legislativa, che dovrà essere approvata dal parlamento: la zona di libero scambio dovrà godere di uno status giuridico-amministrativo autonomo allo scopo di favorire gli investimenti stranieri, mentre la volontà di attrarre turisti da tutto il mondo potrebbe portare al rilassamento di alcune norme che regolano la vita sociale, come per esempio il divieto di consumo di alcolici.
Al successore dell’emiro al-Sabah spetterà quindi il non facile compito di presiedere il processo politico che dovrà portare alla effettiva realizzazione del piano di riforme economiche.”

Al nuovo emiro toccherà anche l’altro compito di continuare la politica di distensione nell’area, con un atteggiamento neutrale, che ha cercato di non portare nessun paese ad un isolamento, come sta avvenendo per il Qatar.

Foto: Mulan/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

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