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Money talks: l’effetto di un aumento di stipendio sulla qualità dei politici locali

Maggiori stipendi sembrano attirare candidati sindaci più istruiti, ma impattano poco sul livello di concorrenza politica.

Di Gabriele Pinto, Augusto Cerqua, Samuel Nocito (Università La Sapienza – Dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche)

Nel maggio dell’anno scorso l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani ha lanciato un appello (firmato da oltre 3000 sindaci) in cui si paventava il rischio di “non avere più cittadini disposti ad assumere la carica di sindaco”. In questo contesto, lo scorso dicembre il Parlamento ha approvato con la legge di bilancio una norma (art.1, comma 583) per aumentare le indennità degli amministratori locali. Questi aumenti segnano una chiara inversione di tendenza dopo un decennio di riduzione dei finanziamenti pubblici alla politica, culminata con la legge sul taglio dei parlamentari e il relativo referendum del 2020. Tuttavia, l’aumento delle indennità dei politici è un argomento molto dibattuto da cittadini e istituzioni. Pertanto, in linea con precedenti studi sul tema (vedi Gagliarducci et al. 2013) l’analisi di questi meccanismi salariali merita di essere aggiornata e studiata nel contesto attuale per fornire un riscontro immediato sull’impatto della riforma anche in vista delle prossime elezioni.

Da gennaio 2022, sindaci, assessori e consiglieri comunali appartenenti alle regioni a statuto ordinario si sono visti aumentare notevolmente le loro indennità (in media del 50%). Gli aumenti si differenziano in base a soglie di popolazione del comune e verranno adottati in modo progressivo dal 2022 al 2024.

Nel nostro studio siamo andati a vedere se l’aumento stipendiale per gli amministratori locali ha attirato più candidati, creato più concorrenza per accedere nei consigli comunali e attirato profili di amministratori con maggiori competenze.

 

Figura 1: L’aumento degli stipendi dei sindaci previsto dalla Legge di bilancio per i comuni sopra e sotto la soglia dei 5000 abitanti

 

 

Per stimare l’effetto della riforma, abbiamo sfruttato gli scaglioni di popolazione e le differenti inclinazioni create dagli aumenti delle indennità con un approccio di Differences in Discontinuity. In altre parole, abbiamo confrontato la variazione dei candidati tra le elezioni prima (2017) e dopo (2022) l’attuazione della riforma, al di qua e al di là della soglia dei comuni con 5000 abitanti. La scelta di questa soglia è dettata sia da ragioni tecniche dello stimatore che dalla necessità di avere un sufficiente numero di osservazioni in prossimità della soglia. Come mostrato nella Figura 1, utilizzando questo approccio, possiamo sfruttare un salto differenziale di remunerazione pari a +408€ netti mensili tra i comuni poco sotto la soglia dei 5,000 abitanti (stipendio mensile passato da €1,952 a €3,036) e quelli poco sopra (stipendio mensile passato da €2,510 a €4,002).

La Figura 2 mostra l’effetto dell’aumento delle indennità dei sindaci sul livello di concorrenza politica che, seguendo la letteratura di riferimento, misuriamo in termini di a) numero di candidati, b) margine di vittoria, c) concentrazione del voto (HHI index). Come si evince dall’analisi grafica, non sembra esserci un effetto statisticamente significativo sul livello di concorrenza politica. L’analisi statistica riportata nello studio conferma l’analisi grafica.

 

Figura 2: Effetto sul livello di concorrenza politica

 

La Figura 3 ci mostra invece l’effetto dell’aumento delle indennità su alcune caratteristiche dei sindaci, della giunta comunale e dei consiglieri comunali. I risultati mostrano come aumentare le indennità dei sindaci sembra aumentare la probabilità di avere un sindaco laureato. Non troviamo però un effetto sul livello di istruzione della giunta e del consiglio comunale.

 

Figura 3: Effetto sul livello di istruzione degli amministratori locali

 

In conclusione, le stime relative alle caratteristiche degli amministratori locali sono basate sul campione dei dati relativi alle elezioni amministrative di giugno 2022 già pubblicati dal Ministero dell’Interno (alcuni comuni ancora non hanno effettuato le comunicazione all’anagrafe degli amministratori). La recente implementazione della riforma non permette ancora di valutare l’effetto della riforma sull’operato degli amministratori, essendo questi appena entrati in carica. I risultati dello studio, insieme ad una più ampia valutazione della riforma verranno aggiornati mano a mano che i dati verranno resi disponibili. Il working paper completo è accessibile QUI.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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