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Molestie sessuali per strada contro le donne. Bruxelles decide di multarle

Sofia Peeters è una giovane regista (studentessa di Cinema all'ultimo anno) che qualche mese fa ha fatto parlare molto di sé e della condizione delle donne in Belgio, grazie a un documentario intitolato "Femme de la rue" ("Donne della strada"). Una discussione, quella sulla condizione della donna, che è stata al centro di un grosso dibattito soprattutto in Belgio (e in Francia), grazie anche al lavoro di questa ragazza che ha deciso di filmare una sua normale passeggiata in una via di Bruxelles.

La Peeters ha voluto testimoniare e denunciare quali sono le condizioni di una ragazza quando decide di non fare altro che una passeggiata, ma senza una compagnia maschile al proprio fianco, e quali sono gli atteggiamenti che è costretta a subire. Una discussione che qualche sito e qualche giornalista prova a fare anche qui in Italia, ma che non riesce a trovare molto spazio, se non quando qualche quotidiano nazionale tira fuori i numeri e allora la parola femminicidio diventa centrale per mezza giornata. Ma se non si arriva all'uccisione, lottando contro numeri, editoriali maschilisti su giornali nazionali etc... l'argomento non interessa granché.

Insulti, inviti in qualche squallida camera d'albergo come se fosse una prostituta, se non vere e proprie aggressioni è quello che ha dovuto subire la filmaker belga accusata a sua volta di razzismo per aver scelto un quartiere frequentato soprattutto da cittadini di origine nordafricana. La Peeters s'è difesa e al sito belga "7 à 7" ha dichiarato: "Non lo dico volentieri, ma nel 95% dei casi si tratta di persone "allochtones" (di origine prevalentemente marocchina)" e continua negando che qualcuno l'abbia mai tacciata di razzismo "perché la mia constatazione verte più sulla condizione sociale degli individui piuttosto che sulla loro origine etnica: se c'è una forte proporzione di stranieri tra i ragazzi che mi fanno queste allusioni, è perché c'è anche una forte proporzione di stranieri tra le popolazioni deboli".

Un effetto concreto, però, almeno in parte c'è stato. Non solo l'indignazione verso una condizione comune in varie parti d'Europa (e non solo) ma anche una presa di posizione da parte del Comune della capitale che ha deciso di sanzionare questi atteggiamenti. A partire dal primo settembre, infatti, sono previste multe per chi copmpierà molestie.

"Si tratta di un regolamento che lotta tre cose: i colpi, gli insulti e i furti - spiega il sindaco di Bruxelles Freddy Thielemans, come riporta il quotidiano belga Le Soir. "E' stato siglato un accordo con la Procura nell'aprile scorso, prima della diffusione del documentario. Nel frattempo, c'eravamo resi già conto che c'erano dei fatti gravi che non erano più perseguiti dalla Procura per mancanza di tempo. Il documentario ne è un buon esempio".

Le multe partiranno da 75€ per arrivare a un massimo di 250€ e potranno essere comminati o contro i rei colti in flagranza di reato o, in mancanza della flagranza, a seguito di un'inchiesta. In entrambi i casi, però, sarà necessaria la denuncia da parte della vittima.

Per nulla d'accordo con le multe, sempre secondo Le Soir, Claudine Lienard dell'Università delle donne che le reputa totalmente inutili: "Qui siamo unicamente nell'ordine della repressione, mentre la lotta contro gli stereotipi sessisti passano anche per l'educazione e la prevenzione. Bisogna far prendere coscienza alle persone del contesto nel quale i loro comportamenti agiscono, che è un contesto di patriarcato e di dominazione maschile. È evidente che la lotta al sessismo si gioca a tutti i livelli, ma penso che la prevenzione sia più efficace rispetto alla semplice repressione".

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.192) 6 settembre 2012 02:44

    Solo alla lettura del titolo mi sono detto: non sono di origine belga.

    Ho azzeccato.
    Questo no significa che i belgi siano immuni da nefandezze: Vedi i casi di pedofilia con persone d’alto rango coinvolte.
    Ognuno ha quello che si merita.
    Mandi,
    Renzo Riva
  • Di (---.---.---.106) 6 settembre 2012 13:14

    E’ innegabile che i più "pesanti" siano gli islamici, ovunque (non mi riferisco ai casi di stupro, etc. ma al fischiare dietro una bella ragazza, fare apprezzamenti pesanti...). e a mio avviso non dipende affatto dalla situazione sociale sfavorevole. L’ultima fica che hanno visto è stata quella delle loro madri e la sessofobia dei paesi musulmani crea un esercito di arrapati cronici che appena vedono un bel culetto vanno in preda all’ormone. Triste, ma chi dice il contrario mente sapendo di mentire.

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