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Mission: iBooks for you!

Il 19 gennaio, al Museo Guggenheim di New York, Apple ha presentato 3 nuovi prodotti software, la cui sinergia mira a ridisegnare il mondo dell'editoria del libro, della sua fruibilità e del suo utilizzo come strumento didattico.

La volumetria del palco che ha ospitato il keynote, tenuto da Phil Schiller (Senior Vice President della divisione Product Marketing), Roger Rosner (Vice President della divisione Productivity Apps) ed Eddy Cue (Senior Vice President della divisione Internet Services), era inversamente proporzionale al numero dei suoi ospiti. Non ha dato l'idea di essere un evento paragonabile agli affascinanti "incontri" con Steve Jobs, non abbiamo visto il WWDC 2011 al Moscone Center di San Francisco. Gli spazi e il coinvolgimento, questa volta, erano ben diversi. E' mancato l' "here we go" (ci siamo!, ce l'abbiamo fatta! è qui!), il narcisistico "very nice", a commento ed esaltazione di ogni singola caratteristica dei prodotti. E' mancato, soprattutto, il "one more thing..." a conclusione dell'evento. Ma, questo, non ha certo minato la leadership di Apple in un progetto di cambiamento continuo, al quale ci stiamo abituando e al quale stiamo collaborando, oramai, da diversi anni.

Veniamo ai 3 prodotti presentati.

  • iBooks 2, App per iPhone e iPad che rivoluziona l'esperienza di lettura di un libro attraverso la fruizione di contenuti multimediali ed elementi interattivi, "annegati" all'interno delle pagine digitali;
  • iTunes U, App per iPhone e iPad attraverso cui saranno distribuiti contenuti didattici (scolastici), non solo intesi come libri di testo, ma anche come raccolte di appunti, contenuti audio/video a supporto di percorsi di studio, lezioni universitarie registrate - per corsi di studio a distanza - esercitazioni, ecc. La piattaforma (sarebbe sbagliato parlare di semplice App) mira a stringere e a semplificare il rapporto istituto-studente, oltre a voler dare uno scossone innovativo a quelli che sono gli schemi tradizionali del mondo dell'istruzione;
  • iBooks Author, è, forse, la nuova sfida di Apple. Un'App a supporto dei primi 2 prodotti. In entrambi, infatti, abbiamo sottolineato come l'innovazione è data dalla fruizione di contenuti realmente multimediali, abbandonando il concetto statico di "testo". Ebbene, quest'ultima App non è nient'altro che l'ennesimo dei tools che ruotano intorno all'ebook publishing.

Ma, a quanto pare - basta leggere gli innumerevoli articoli su blog e news streams di settore - proprio iBooks Author sarebbe la spina nel fianco di chi, da anni, partecipa alla corsa per il decollo del business derivante dall'editoria digitale. Al contrario dei suoi predecessori, l'applicativo ridefinirebbe, "privatizzandolo", il comune formato ePub, adottato finora come miglior standard per il publishing di ebooks. E' proprio contro tale scelta della casa di Cupertino, cioè di "chiudere" uno standard, che si sono scagliati i maggiori player mondiali di settore.

Potremmo stare qui ore e giorni ad analizzare gli accordi che Apple - conscia del fatto che avere lo strumento non vuol dire avere automaticamente mercato - ha siglato con chi detiene il 90% dell'attuale volume del mercato internazionale dei libri digitali, primo tra tutti McGraw-Hill. Ma a cosa servirebbe? Apple sfrutta gli standard, li spreme, li reinventa e ci ha sempre abituati a "one more thing..." come deliverable di tale processo. Ci ricorda qualcun'altro? Un signore di nome Bill?

Il problema, in questo caso, non sono Apple, gli eventuali accordi massonici che si stringeranno attorno all'editoria digitale, il potenziale cartello che si delineerà sulla distribuzione dei contenuti. Nessuno riesce a guardare oltre il muro del giardino: Apple ha "scelto" uno standard, forse il migliore, per il publishing dei contenuti, ci ha agganciato la sua migliore "user experience" e ci invita in un mondo nuovo, in cui l'esperienza di lettura si arricchisce tramite l'interazione con contenuti dinamici, coinvolgenti, eccitanti. Un modo nuovo di "leggere".

Prima di Apple, primi fra tutti i produttori di lettori ebook, ci si è sempre concentrati solo sullo sviluppo di una tecnologia in grado di riproporre la carta stampata: il famoso eInk (inchiostro elettronico). Ma al di là di essere una tecnologia amica dell'ambiente, cosa ha dato in più rispetto alla cellulosa? Ci ha tolto anche il profumo, il tatto e la bellezza delle piccole biblioteche domestiche, più o meno impolverate. Bene, Apple ha fatto lo stesso: ci ha tolto tutto questo, ma ci dà la possibilità di (magari) ascoltare passaggi storici, di discorsi tenuti da uomini famosi, mentre leggiamo la loro biografia, oppure ruotare tridimensionalmente i 2 atomi di idrogeno legati a quello di ossigeno mentre studiamo la composizione dell'acqua. Pensate ai video, ai link internet, agli esercizi interattivi a margine di una lezione di matematica, ai commenti degli studenti, lasciati da ogni parte del mondo, su una pagina dei Promessi Sposi. Immaginate. Non tutto sarà fattibile domani mattina, ma Apple ha gettato le basi. Apple ci sta dando gli strumenti. Non si è fossilizzata sulla tecnologia, ma ha messo quest'ultima al nostro servizio, ascoltando, negli anni, la nostra migliore "user experience". Era inevitabile ridefinire l'ePub per permettergli di fare cose che nessun'altro gli aveva mai fatto fare prima. Ed avendo Apple una responsabilità sociale nei confronti di milioni di famiglie sparse nel mondo, quelle dei suoi dipendenti e partners tecnologici, si doveva anche cautelare facendo "suo" il nuovo "standard".

Un esempio di quello che Apple ha capito prima di molti altri e lo ha fatto "osservandoci": nel famoso keynote di presentazione del primo iPhone, Steve Jobs presentò un sistema di puntamento al quale nessuno aveva mai pensato prima, un sistema che tutti abbiamo, lo usiamo tutti i giorni per milioni di azioni, è lavabile, ci vogliono anni per il suo deterioramento, è impossibile dimenticarlo a casa o in ufficio, ma, cosa molto più importante, oscura - fino ad allora - a tutti gli altri players nel mondo dei palmari, che ognuno di noi ce ne ha 10! Il "finger", il dito! Da lì, abbiam fatto presto ad arrivare a 2, 3, 4 e ora, l'utente Mac, iPhone e iPad, difficilmente riesce a non utilizzare le "gestures".

Apple "osserva". Gli altri son girati di spalle durante le loro pensate.

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