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Miss "Lato B" ha sedici anni e un padre orgoglioso

Siamo donne, oltre le gambe c’è di più. E’ il celebre verso di JoSquillo e Sabrina Salerno: lo squillo di tromba del femminismo odierno, il richiamo dell’attenzione del mondo sulle capacità del “sesso debole”, la rivendicazione di una qualità umana (più che femminile) ben distinta dal marchio stampato su un prosciutto. Dovrebbe essere il segno che le donne si sono finalmente liberate della loro storica inferiorità e che non hanno paura di cantarlo a squarciagola, da sole o in coro.

Nel vedere due donne che cantano quello stesso verso sollevandosi maliziosamente la gonna (nel documentario “Il corpo delle donne” di Lorella Zanardo) capiamo che oggi, forse, quella rivendicazione ha un sapore differente. Oltre le gambe c’è di più diventa un consiglio piccante, un pratico suggerimento per la vendita di un prodotto. Il grido femminista contro la riduzione della donna a bambola soggetta ai desideri dell’uomo si è distorto in un invito a sfruttare quegli stessi desideri per solcare il mercato. Se c’è domanda, facciamoci offerta.

E’ questa l’immagine che mi si è presentata alla mente quando ho letto la storia di Miss Lato B, eletta il mese scorso nel vicentino a soli 16 anni. Al concorso di bellezza per fondoschiena (necessariamente accompagnati dalle loro legittime proprietarie, per questioni pratiche) ha presenziato anche il padre della vincitrice, entusiasta e orgoglioso del bottino della figlia. Questo episodio ha indignato il famigerato Moige, che in tutta risposta chiede a gran voce una legge "che impedisca ai genitori di acconsentire che le proprie figlie minorenni partecipino ai concorsi di bellezza che promuovo il corpo come un oggetto". 

Le parole di quel padre sono l’emblema della concezione di “donna” che oggi domina la scena sociale: "Mia figlia ha già partecipato ad altre sfilate e questo era un concorso come un altro. Prima di farla partecipare, però, mi sono informato. Non volevo che mia figlia fosse coinvolta in un evento volgare. E l'ho accompagnata per verificare che andasse tutto bene. Se ci fosse stato qualcosa di equivoco l'avrei portata via subito. Penso che non ci sia nulla di male a mettere in mostra una parte del corpo che la maggior parte degli uomini guarda comunque regolarmente".

La domanda che sorge spontanea è: che cosa è oggi il volgare? Per dubbi di questo tipo è sempre valido il vecchio caro sistema della ricerca su un vocabolario aggiornato. Garzanti ci dà come sinonimi: grossolano, sguaiato, triviale. Cosa c’è di sguaiato in un concorso le cui prove di valutazione sono “esibizione in pedana, piegamenti alla sedia e appoggio al tavolo, in jeans, in bikini e, per il solo gruppo di finaliste, con biancheria intima”? Cosa c’è di triviale nel poggiare i propri fondoschiena su un tavolo, quasi come se avessero vita propria, esposti come i cervelli nelle teche di un laboratorio scientifico? Qualcuno leggerà queste domande cogliendovi l’ironia, qualcun altro ne intenderà il senso letterale, e questo accadrà perché oggi anche il concetto di volgarità è relativo. Se siamo ancora in grado di etichettare come volgare il gesticolare allusivo delle prostitute nei film ambientati in tempi lontani, pare che la nostra capacità si assopisca di colpo nel vedere l’atteggiamento delle donne che popolano le nostre scene televisive. I gesti sono esattamente gli stessi, l’unica differenza è che lo sguardo dello spettatore viene catapultato, più che guidato, direttamente nel comodo decolleté di qualche soubrette o sul pavimento grazie a un artistico piano dal basso verso l’alto (che nel linguaggio cinematografico servirebbe ad esaltare la grandezza del personaggio rappresentato, paradossalmente). Il volgare ha fatto una rapida piroetta per mostrarsi nel suo lato B, la sensualità, e perdere ogni connotazione negativa che fino a qualche decennio fa avrebbe sicuramente avuto. 

Perbenismo? E’ l’accusa che rivolge al Moige dalle pagine di diversi giornali la psicoterapeuta Antonella Baiocchi, responsabile dell’equipe "Beatrice-Antidramma familiari e passionali" di Padova. "Abbiamo da una parte un padre che spinge o asseconda la figlia, che vuol fare la modella, a cercare una via di affermazione o guadagno attraverso i concorsi – spiega Baiocchi - dall’altra perbenisti per i quali un padre assennato non farebbe mai una cosa così diseducativa. Far la modella può essere un canale lavorativo come un altro, da non condannare a priori: anche un’insegnante può tenere un comportamento privo di valori. Non so se assolvo il padre della ragazza che, peraltro sembra in modo molto vigile, l’ha portata al concorso, ma certo non assolvo quelli che sempre puntano il dito e ghettizzano come negatività a priori ogni opportunità dei nostri giorni".

Sembrerebbe il solito contrasto tra censori perbenisti e donne che rivendicano la libertà di mostrarsi per essere le imprenditrici di loro stesse. Ma forse la psicoterapeuta Baiocchi dimentica che parliamo di una minorenne che si mostra in pose del tutto simili a quelle delle modelle ritratte nei pop-up del web che invitano a visitare siti hard, il tutto per 700 euro e 150 ciocche di capelli per extension e per un po' di visibilità. 

Certo, vuole fare la modella, nulla da ridire. Verrebbe da chiedersi, però, se il termine “modella” significhi ancora “indossatrice”, o non sia passato anch’esso a designare il suo contrario. Forse siamo troppo abituati a riconoscere il prodotto nella donna, e non negli abiti che questa indossa.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.242) 13 agosto 2011 13:43

     boh che dire ,,chiunque sarebbe contento di avere un bel lato B altrimenti andremmo tutti vestiti con il saio...e anche attraverso quello si intravede ...e poi il padre che deve fare ?,,a volte si preferisce acconsentire alle richieste dei figli .pur non essendo spesso d’accordo, anziche’ lasciarli soli a vivere certe esperienze ,,per proteggerli innanzitutto ....e poi ,,,,abbiamo esempi di ragazze che hanno sfilato per miss italia o altro ,, con delle carriere nell’ambito dello spettacolo di tutto rispetto ..chi vuole intraprendere la strada dello spettacolo deve cercare visibilita’ ..è raro che si venga notati per strada da qualcuno che poi ti lancia ...questo lo si legge solo nelle biografie di antiche e famose star..........insomma ..non ci vedo nulla di cosi’ terribile ,,,certo un leggero cattivo gusto nel fare un concorso di bellezza per il cu.....ma se fosse stato per il sorriso o per il fascino, anche quelli sono armi di seduzioni .....a volte siamo proprio puritani,,,,,

    • Di Elisa Lai (---.---.---.29) 13 agosto 2011 20:46

      Non stiamo parlando della legittimità del concorso Miss Lato B (ognuno convive più o meno felicemente col proprio sedere e può farci ciò che vuole), ma del fatto che sia stata una minorenne a parteciparvi, con il plauso del padre che non vi ha trovato nulla di volgare. 

      Un adulto può fare ciò che vuole, è responsabile per se stesso. Il padre che deve fare? Non è un fantoccio privo di voce in capitolo, è il tutore legale della figlia fino ai 18 anni, e prima di quell’età lei non ha la capacità di scegliere da sola il meglio per sé. 
      Ci scandalizziamo per il Bunga bunga ma per questioni del genere riteniamo di non dover essere puritani. Eppure il problema ha la stessa radice. Tra essere indossatrice e partecipare a un concorso con prove di questo tipo (vedi foto della vincitrice in posa ammiccante) c’è una bella differenza. Per il terrore di non risultare puritani permetteremo anche a dodicenni di partecipare a Miss Lato B? O in questo caso scatterebbe la condanna? E qual è la differenza tra dodici e sedici anni? 

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