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Milano | Room Mate, caporali a quattro stelle

In pieno centro di Milano, la città più pseudo-avanzata d'Italia, si consumano soprusi padronali di stampo ottocentesco.

Nell'albergo di lusso, parte di una catena spagnola, Hotel Room Mate di via Silvio Pellico (viuzza che sfocia in Piazza Duomo), tra il 30 aprile e il primo maggio nove lavoratori (otto addette alle camere e un facchino) sono scesi in sciopero per protestare contro il lavoro a cottimo, il contratto applicato da Consorzio Vitae utile ad aggirare la normativa sul cottimo stesso, gli orari indefiniti per cui si sa quando la giornata lavorativa comincia ma non quando finisce, i compensi miseri.

Se i prezzi delle stanze partono dai 300 € a notte e possono arrivare, nei periodi di picco di richieste come nella Settimana della moda, fino a 1.200 € a notte, chi deve sistemarle, rendendole impeccabili per i pasciuti avventori, viene retribuito in media 2 euro a stanza. Non solo: ha tempi strettissimi, poche decine di minuti per locali di oltre 30 mq, ma se non pulisce in maniera adeguata presta il fianco alla ritorsione dell'azienda. C'è di più: gli stipendi arrivano sistematicamente con ritardi di mesi; le competenze del 2017 non sono state ancora erogate. Dietro forti intimidazioni, tre lavoratrici hanno abbandonato la lotta. Ma sei lavoratori (di cui cinque donne) non hanno chinato la testa (si sono anche rivolti al sindacato Sol Cobas).

La testa alta ha però significato un periodo di sospensione, al termine del quale è sopraggiunto il consueto trucco del cambio di cooperativa, che ha escluso i lavoratori in sciopero, il cui destino è ora ignoto. Inutile dire che si tratta di cooperative fittizie, con sedi inesistenti e dietro cui aleggiano sempre gli stessi personaggi. La partita però non è chiusa. Per quanto la battaglia sia ardua, la mobilitazione sta creando una rete di solidarietà sempre più estesa.

Domenica 7 maggio, al primo presidio organizzato davanti all'albergo, i sei lavoratori erano accompagnati da circa 35 persone tra sindacalisti e simpatizzanti, mentre sabato 13 un nuovo presidio veniva 'scortato' da oltre cinquantina di persone. Ma l'aspetto più positivo è che, in entrambe le occasioni, tanti lavoratori di hotel, ristoranti e altre realtà del circondario si sono avvicinati, hanno preso contatti, scambiato opinioni (è emerso che le condizioni del Room Mate sono effettivamente tra le peggiori), espresso solidarietà. Per non parlare degli imbarazzi creati ai papponi in Lamborghini che popolano l'albergo e dunque all'Azienda, terrorizzata dal danno di immagine. La lotta va avanti, coi lavoratori dell'Hotel Room Mate! Contro i nuovi caporali degli alberghi di lusso!

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