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Migranti: il vertice della vergogna

di Riccardo ACHILLI

Si chiude a La Valletta il vertice sui migranti più vergognoso e fallimentare della storia europea.

Nessun accordo sulla redistribuzione dei migranti dai Paesi di prima linea, come il nostro, agli altri. Con Renzi, incapace di tutelare l’interesse italiano, che fa la consueta figura da cioccolataio, enunciando una teoria dello sviluppo dei Paesi africani da Expo 2015, basata cioè su agroalimentare e PMI.

Con Stati membri che prendono iniziative unilaterali, compresa la Svezia, nonostante il suo passato da Paese modello di accoglienza, che ripristina i controlli alla frontiera. Gli ungheresi che minacciano di rimandare indietro i migranti che la Germania dovesse respingere. La Slovenia che costruisce un nuovo muro.

Schengen muore sotto gli occhi delle autorità comunitarie, senza nemmeno un sussulto, cancellando uno dei cardini sui quali si è costruita l’Europa, ed aprendo a scenari neo feudali. E per finire la brillante idea di finanziare, con 2 miliardi di euro, vari satrapi e signori della guerra fra Sudan, Eritrea e Somalia, che useranno i migranti come denaro di scambio per oliare le loro cleptocrazie. Ottenendo l’effetto inverso rispetto a quello desiderabile: anziché stabilizzare i flussi migratori offrendo sviluppo e civiltà, si terranno in piedi dittature e regimi arcaici, si finanzieranno guerre civili, e tirannie di affamatori dei loro popoli.

In realtà non è che manchino le ricette, e non vengono nemmeno tutte da economisti dello sviluppo. Un tale che si chiamava Thomas Sankara diceva che all’Africa non servono progetti faraonici, grandi investimenti esteri. Serve insegnare alle comunità rurali a scavare e gestire pozzi comunitari, ad adottare tecniche agricole più efficienti e meno distruttive per i suoli. Raggiungere l’autosufficienza idrica ed alimentare, promuovere l’istruzione di massa e la formazione di quadri tecnici e professionali locali, fare massa critica nell’esportazione delle materie prime, per migliorare la catena del valore, evitare che i produttori primari siano razziati dalle multinazionali, e avviare un processo di accumulazione che sviluppi piccole e medie imprese in ambito urbano. Questo servirebbe per aiutare l’Africa, non dare soldi ai militari eritrei.

L’Europa termina la sua traiettoria in modo vergognoso, senza visione, tradendo i suoi valori, fra egoismi nazionali e meschini compromessi morali. Mentre una marea umana la travolge, frammentandola per sempre.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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