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“Me lo racconti stasera” di Antonella Marsiglio

Inizierò con dire che si tratta di un romanzo corposo, di oltre 500 pagine, che ha dalla sua uno stile fresco e giovanile.

Le vicende narrate, che si svolgono prevalentemente all’interno di una redazione giornalistica, per la precisione quella di Milano Cronaca News, nel capoluogo lombardo, ruotano intorno ai dissapori fra il caporedattore Simone Marini, algido e tutt’altro che socievole, e Emma Neri, brillante giornalista di cronaca nera, che danno vita a dei gustosi siparietti fra le pareti della redazione.

Si tratta essenzialmente di una storia d’amore fatta di fraintendimenti dovuti alle insicurezze di lei, reduce da un divorzio e alle paure di lui, che si è lasciato con la quasi moglie a un passo dall’altare. Come da cliché, la fidanzata, l’ha tradito con il suo migliore amico.

Insomma entrambi sono messi maluccio a livello emotivo e, nonostante le apparenti, abissali differenze, hanno molto in comune. Provengono da vissuti familiari e affettivi complicati.

Tanto Emma è emotiva, disordinata, esuberante quanto Simone è imperturbabile, preciso, riservato. Insomma il giorno e la notte…

Il mio sostegno va tutto a Emma, che con la sua imperfezione, non può che risultare umana, pertanto simpatica, insomma una di noi, anche se a volte i suoi eccessi di emotività risultano esagerati e perfino un po’ irritanti, almeno dal mio punto di vista, soprattutto quando scadono nell’auto sabotaggio.

Intorno ai protagonisti gravita un microcosmo ben caratterizzato: il direttore del giornale, le due amiche di Emma, Marco, il provvidenziale finanziatore di Milano Cronaca News, quotidiano che non versa in buone acque, e poi a un certo punto, a tingere la trama di giallo, intervengono anche due omicidi, sui quali la protagonista, da redattrice di nera, dovrà indagare.

Il romanzo è molto ben scritto, privo di refusi ed errori grammaticali. L’autrice si sofferma a lungo sulla descrizione dei pensieri, delle emozioni e delle sensazioni di Emma che è anche voce narrante di questa storia.

Una lettura, questa, che piacerà molto a chi ama la “prosa visiva”. L’autrice infatti descrive ambienti e azioni dei personaggi, con dovizia di particolari, come se scorressero su uno schermo. Quando le descrizioni prevalgono sulla trama, il ritmo narrativo inevitabilmente rallenta. Il focus insiste sulle emozioni; mimica, intonazioni di voce, prossemica diventano preponderanti.

Un romanzo che vi invito a leggere, perché oltre a farvi riflettere sull’importanza di valori come l’amicizia, l’amore e i legami familiari, grazie al senso dell’umorismo e al candore dei suoi personaggi, in questi tempi bui, vi riconcilierà con la vita e con il mondo.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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