• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > Masturbazione femminile: il piacere che mette in discussione il (...)

Masturbazione femminile: il piacere che mette in discussione il patriarcato

Articolo scritto da: Alessia

N.B.: il contenuto di questo articolo ha come unico scopo quello di fornire degli spunti di riflessione, senza l’intento di generalizzare o di sostituirsi alla molteplicità di sguardi esistenti sul tema

“Spesso le streghe sono state viste sdraiate sulla schiena nei prati o nei boschi, nude sino all’ombelico, ed era evidente dalla disposizione degli arti e degli organi relativi alle parti veneree e all’organismo, come anche dal movimento delle gambe e delle cosce, che stavano copulando con i demoni noti come Incubi, anche se questi erano invisibili agli astanti”

Malleus Maleficarum

La masturbazione femminile è ancora oggi tabù e non sembra esser passato poi troppo tempo da quando veniva considerata stregoneria da parte dei frati che scrissero i libri dell’inquisizione, inquadrandola come pratica satanica di rapporti sessuali con demoni e necessaria di esorcismo.

Secondo gli scritti del tempo, entità demoniache (Incubs) solevano raggiungere le donne durante la notte per avere rapporti sessuali con loro.

Condannata ancora oggi, non solo da sacerdoti e clericali, non si capisce bene come un atto semplice e naturale, e soprattutto personale, quale quello di procurarsi piacere attraverso il contatto col proprio corpo possa essere ancora stigmatizzato.

In particolare, la masturbazione femminile è difficilmente nominata, quasi nascosta da un’aurea di mistero come non esistesse (e chissà, magari qualcuno ci crede ancora!).

Sicuramente si porta dietro moltissimi preconcetti e, a differenza di quella maschile, che nell’immaginario collettivo risulta imprescindibile e fisiologica, è considerata inutile o comunque un capriccio di donne “viziosette”.

Anche la scienza prova a più riprese a spiegarci come l’orgasmo femminile sia un “sottoprodotto accidentale dell’evoluzione maschile” (Ricerca dell’Indiana University: Te Case of Female Orgasm: Bias in the Science of Evolution).

Spesso si ignora volutamente che l’autoerotismo femminile è il modo, per la gran parte delle donne, di assecondare il primo stimolo sessuale e risulta un importante contatto col proprio corpo fin dall’infanzia, contatto che poi perdura spesso durante l’intera adultità, passando anche per le eventuali gravidanze (sì, anche le mamme si masturbano!).

Insomma, un normalissimo comportamento di autocompiacimento fisico e sessuale che accompagna le diverse fasi della vita.

Ma a molti la masturbazione femminile non va giù. Non viene accettata perché ci parla del piacere nel suo valore assoluto, quello “fine a se stesso”, che non ha bisogno di niente e nessuno in particolare per ri-prodursi.

Ammettere che le donne si masturbano, amano farlo e pure spesso, significa – per molti – dover mettere in discussione le basi stesse del patriarcato, che si fondano su una totale dipendenza, anche sessuale, della donna rispetto all’uomo.

Per anni la sessualità femminile è stata negata, invisibilizzata, quando non diretta al compiacimento dell’uomo eterosessuale. E lo stesso vale anche per la masturbazione, per molto tempo taciuta o – quando rappresentata – ricondotta ad una funzione di fruizione maschile, come accade anche nella pornografia mainstream, in cui la donna, anche quando si masturba, non lo fa per proprio godimento ma per assecondare le presunte fantasie altrui, diventando quindi oggetto e non soggetto della pratica sessuale in atto.

Per controllare anche la sfera più privata e auto-diretta delle donne, la masturbazione femminile è stata connotata nel tempo da forti pregiudizi che l’hanno resa qualcosa da nascondere e di cui vergognarsi. Non c’è quindi da stupirsi se una gran parte di donne nega di praticarla o prova ancora imbarazzo nel parlarne, col timore di essere giudicata e stigmatizzata, fino ad averla a volte invisa.

L’inquisizione, e la storia della Chiesa in genere, è stata accompagnata da un forte avversione pruriginosa verso la sessualità femmine, accompagnata da una feroce repressione, e la masturbazione, ancora oggi, viene spesso considerata sinonimo di bulimia sessuale, mentre le donne che la praticano sono definite “assatanate” o considerate ninfomani, inquadrando così nella malattia la spiegazione del compiacimento sessuale femminile fine a se stesso.

Specularmente, c’è chi considera la masturbazione femminile un comportamento da “sfigate” o “zitelle”, di chi non è riuscita a trovare un uomo atto a soddisfarla e ha quindi bisogno di una pratica che sopperisca a questa fallacia.

C’è, in queste visioni, un chiaro disagio nei confronti di un piacere che non mette la donna nella condizione di dover assecondare un uomo o di essere necessariamente soddisfatta dal "fallo onnipotente".

Non è un caso che la masturbazione non venga concepita quando riguarda donne “in coppia” o con una vita sessuale attiva, poiché considerata esclusivamente come surrogato di un rapporto sessuale completo con un uomo (quando invece rappresenta per molte donne qualcosa di completamente diverso e imprescindibile).

Di conseguenza, si comprende bene come la masturbazione stessa venga intesa esclusivamente nella sua versione penetrativa e fallocentrica, ignorando che i primi contatti avvengono attraverso lo sfioramento della clitoride, fulcro – per molte – del piacere e dell’orgasmo.

La masturbazione femminile non dà adito a tutte quelle voci che vorrebbero la sessualità femminile come debole, subalterna a quella maschile, che inquadrano le pratiche sessuali come attività vissute dalle donne "loro malgrado", utili soltanto a mantenere rapporti diplomatici all’interno delle relazioni di coppia, ad ottenere qualcosa in cambio o caratterizzate da un fine procreativo.

Ancora oggi c’è, infatti, chi sostiene che il sesso sia un optional per le donne, o addirittura fastidioso, frutto di una negoziazione con l’altro sesso.

Se pensiamo che fino a qualche decennio fa l’orgasmo femminile veniva ancora messo in dubbio non possiamo stupirci.

La masturbazione femminile, come già sottolineato, non è però rimasta sempre invisibile. Nell’arte, ad esempio, sono diversi i casi in cui il soggetto di dipinti è rappresentato da una donna che si masturba.

Durante il periodo a cavallo tra l’800 e il 900, gli istinti e le pulsioni entrano a far parte dei temi dibattuti e nell’arte si esplicitano con rappresentazioni dell’intimità, tra cui la masturbazione, principalmente femminile. Le opere in questione sono considerate “scandalose” e questo ci dà modo di percepire come questa rappresentazione della masturbazione femminile sia un tentativo di esplicitarne il tabù collegato e di rappresentare l’alone di mistero che lo accompagna.

Se Madonna è stata considerata da alcun* l’artefice dello sdoganamento della sessualità femminile e della masturbazione in epoca contemporanea, è anche vero che tutto rimane all’interno di una performance, come avviene anche per le più recenti Miley Cyrus e Rhianna, dove il piacere passa in secondo piano rispetto all’intento di “dare spettacolo” attraverso esibizioni irriverenti che danno visibilità ad un tema che, per l’appunto, risulta ancora – incredibilmente – scabroso.

Il tema della masturbazione, quindi, non viene ancora accettato tranquillamente ma viene invisibilizzato, da una parte, o enfatizzato, dall’altro.

Forse quello che manca davvero è un insieme di narrazioni reali sulla masturbazione, che ci racconti l’approccio diverso che si può avere nei confronti di essa all’interno di un contesto che la stigmatizza, facendola rimanere incastrata nella dicotomia che vede due polarità, quella del “non detto” e quella “dell’esibito”.

Per questo considerazioni ed esperienze riguardanti il tema della masturbazione sono importanti, perché possono aiutare a creare un confronto sui limiti che ci sono stati imposti, e vi invitiamo a condividerle con noi.

Se il piacere è a portata di mano, perché negarcelo?

Questo articolo è stato pubblicato qui

I commenti più votati

  • Di paolo (---.---.---.163) 28 maggio 2014 18:15

    Articolo molto interessante che apre un punto di vista storico- culturale sul "piacere femminile " .
    Ma chi è il destinatario di questa denuncia di pregiudizio ?
    Passi che siamo un paese confessionale , diciamo pure l’Iran dell’Occidente , ma davvero esiste ancora qualcuno che mette in discussione il diritto della donna alla propria soddisfazione sessuale ,in tutte le forme che lei e solo lei ritiene più opportune ?

    Sarà mica che si interpreta come tabù un naturale pudore che , in un’epoca di esagerato esibizionismo e mercificazione del nudo femminile , andrebbe semmai un po’ rivalutato ?

    E poi addirittura l’autopiacere clitorideo metterebbe in discussione il patriarcato ?
    Ma perché c’è ancora il patriarcato ?
    Oggi le quindicenni ,per non dire le tredicenni ,mandano allegramente a spigolare papi . Escono alle 11 di sera , quando ai miei tempi rientravano alle 7 del pomeriggio.

    Insomma ,interessante indubbiamente e anche ben ricostruito come percorso storico culturale dell’emancipazione femminile , ma mi pare un tantino esagerato e forse anche un po’ fuori dal tempo (se stiamo parlando del nostro contesto sociale ).
    saluti

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.163) 28 maggio 2014 18:15

    Articolo molto interessante che apre un punto di vista storico- culturale sul "piacere femminile " .
    Ma chi è il destinatario di questa denuncia di pregiudizio ?
    Passi che siamo un paese confessionale , diciamo pure l’Iran dell’Occidente , ma davvero esiste ancora qualcuno che mette in discussione il diritto della donna alla propria soddisfazione sessuale ,in tutte le forme che lei e solo lei ritiene più opportune ?

    Sarà mica che si interpreta come tabù un naturale pudore che , in un’epoca di esagerato esibizionismo e mercificazione del nudo femminile , andrebbe semmai un po’ rivalutato ?

    E poi addirittura l’autopiacere clitorideo metterebbe in discussione il patriarcato ?
    Ma perché c’è ancora il patriarcato ?
    Oggi le quindicenni ,per non dire le tredicenni ,mandano allegramente a spigolare papi . Escono alle 11 di sera , quando ai miei tempi rientravano alle 7 del pomeriggio.

    Insomma ,interessante indubbiamente e anche ben ricostruito come percorso storico culturale dell’emancipazione femminile , ma mi pare un tantino esagerato e forse anche un po’ fuori dal tempo (se stiamo parlando del nostro contesto sociale ).
    saluti

    • Di (---.---.---.39) 30 maggio 2014 18:19

      Caro paolo mi spieghi perché solo le donne dovrebbero avere questo naturale pudore?

      Ebbene si i patriarcato esiste eccome e tu ne sei uno dei rappresentanti visto che sostieni velatamente che le ragazzine di oggi sono tutte di facili costumi e che tornare a casa alle undici significa essere poco serie.

  • Di (---.---.---.169) 28 maggio 2014 19:03

    Caro Paolo 


    sì, esiste ancora qualcuno che mette in discussione il diritto della donna alla propria soddisfazione sessuale e il patriarcato è vivo e vegeto. 
    Questo articolo è un-reblog, il post originale lo trovi cliccando sul nome o su "casa originale" e tratta per l’appunto tematiche di genere.
    "Oggi le quindicenni ,per non dire le tredicenni ,mandano allegramente a spigolare papi . Escono alle 11 di sera , quando ai miei tempi rientravano alle 7 del pomeriggio."
    Questa frase rappresenterebbe la "prova" della fine del patriarcato? Anche colpevolizzare o stigmatizzare le ragazze per i loro comportamenti è patriarcato, senza inquadrarli nella struttura di riferimento più ampia.
    Ad ogni modo no, non si parlava di naturale pudore (cos’é poi? Ogni esperienza col proprio corpo - e pudore - è soggettiva) ma di vero e proprio tabù, basti rapportarla alla masturbazione maschile, molto più sdoganata e socialmente accettata.
    Ti ringrazio ma ti inviterei a riflettere sul fatto che il nostro contesto culturale si porta dietro tutte le resistenze del passato e che siamo ben lontan* da concepire la sessualità senza pregiudizi e stigma.
  • Di paolo (---.---.---.20) 31 maggio 2014 19:53

    Caro @39 ,tanto per precisare ,io ho detto che escono alle 11 di sera ,non che rientrano .E comunque era una estremizzazione per dire che esiste una notevole libertà .
    Quindi non deve essere generalizzato e neppure significa che quelle che lo fanno siano tutte poco serie . Ma è evidente che in una struttura sociale di tipo patriarcale queste sarebbero le assolute eccezioni e non la normalità (almeno per dove vivo io ) .
    Le donne , inquanto persone , sono libere di avere o meno un senso del pudore che dia loro una connotazione di diversità dall’uomo . Però non ho detto che devono averlo ma che possono averlo e non sta scritto da nessuna parte che questo sia un difetto. Voi lo state prospettando come tale .

    Poi se una donna vuole omologarsi ai comportamenti maschili , nessuno glielo impedisce . E’ una libera scelta individuale .Si chiama autodeterminazione .

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares