Maroni: "i professionisti della violenza non possono trovare sponda sulle forze politiche"
Sono dello scorso venerdi 17 le parole del Ministro dell’Interno, Roberto Maroni, sugli scontri a Roma di 3 giorni prima. Un intervento pronunciato a palazzo Madama davanti ai senatori, accanto a lui il ministro alla difesa Ignazio La Russa.
E' intervenuto prontamente il ministro: accuse e denuncie, non altro. E' intervenuto per accusare i manifestanti, non per ascoltarli. Quello di venerdì 17 è stato un discorso che ha fatto di tutta l'erba un fascio: poliziotti buoni; manifestanti cattivi. Senza discriminazioni.
Ha scelto parole forti Maroni per attaccare i manifestanti: "una minoranza - ha detto - fatta di professionisti della violenza, estranei alle ragioni della protesta". Il ministro ha più volte ripetuto parole come "bombe" (usate come sinonimo di bombe carta), "professionisti della violenza", "ordine pubblico", tutti termini che rimandano ad una situazione di terrore da evitare ad ogni costo, anche prevenendo "altre occasioni di guerriglia urbana" tramite la polizia. Una formulazione diversa della frase, che contiene lo stesso significato della precedente, che ha per obiettivo principale discolpare passate ed eventuali azioni della polizia.
Daltronde, per cercare di analizzare la situazione, anche i manifestanti hanno effettivamente utilizzato la violenza contro le forze dell'ordine, c'è chi ha lanciato sanbietrini, che era armato di piccone, chi di pala, chi di spranghe, ecc ecc. "La minoranza dei professionisti della violenza" oggettivamente c'era, ma c'era anche qualche manifestante forse troppo esaltato dall'idea di scontrarsi con il potere simbolicamente assunto dai poliziotti.
Inifine c'è da prendere in considerazione anche il caso della falsa notizia della caduta del governo, che ha contribuito a creare un clima di euforia generale subito spezzata dalla vera notizia che il governo era sempre in piedi grazie a pochissimi voti. La reazione dei manifestanti è così passata dalla gioia alla rabbia in pochi minuti.
Le domande che mi pongo son quindi due:
- Le notizie sono stata manovrate in modo da controllare la folla?
- Se le manifestazioni pacifiche, come quelle violente non vengono ascoltate per il messaggio che portano, qual è l'alternativa?
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