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Maltrattamenti in carcere: presentata un’interrogazione del M5S al ministro Orlando, sulle denunce di Rachid

Sapevo che era nell’aria e finalmente è ufficiale: sette deputati M5S, hanno formalmente interrogato il ministro Orlando, sui fatti che riguardano Rachid. La notizia arriva in un momento delicato e chi segue la nostra storia, conosce la fatica quotidiana che fa Rachid, a vivere oggi, la stessa realtà che ha denunciato.

E’ passato più di un anno, dalla pubblicazione degli audio e ancora Rachid vive il carcere, come qualunque altro detenuto, vedendo minimizzate le sue richieste di protezione, come se fossero degli inutili capricci.

Devo essere sincera e dire che la direzione del carcere di Torino, stando alle parole di Rachid, ha cercato di creare intorno a lui una situazione di maggior tutela, ma resto sempre dell’idea che in carcere esistano due sfere, che pur condividendo lo stesso spazio, non si incontrano mai: la parte amministrativa e la vita di sezione.

Le parole di quell’agente geniale, che a Parma diceva “Qui comandiamo noi”, frase ripresa anche nell’interrogazione dei 5Stelle, non era presuntuosa vanagloria. Era ed è la verità.

Così il tentativo di tutelare Rachid (per quanto possibile), viene vanificato da un gruppetto di detenuti che lo hanno preso di mira; da un gruppetto di agenti, che fraintendendo le sue parole, ne approfitta per procurargli un livido su un braccio; dai soliti giudizi a senso unico, creati per dare dei validi motivi al DAP, affinché venga di nuovo trasferito.

E Rachid comincia un nuovo sciopero della fame.

La storia è questa e l’ho vista così tante volte, da non illudermi che questa sarà l’ultima.

E nel bel mezzo di tutto ciò, arriva l’interrogazione parlamentare, che contiene una domanda, la cui risposta è per me importante, come l’aria:

“Se non ritenga (ministro Orlando) di dover approntare apposite misure di tutela per il signor Assarag al fine di scongiurare eventuali atti ritorsivi nei suoi confronti conseguenti alle denunce da lui presentate”

Essendo un’interrogazione urgente, la risposta del ministro dovrà arrivare presto e gli altri punti su cui dovrà rispondere sono altrettanto cruciali, soprattutto quello sull’operato della Procura di Parma, che due mesi fa chiese l’archiviazione, tralasciando di sentire i personaggi chiave, delle registrazioni.

Al di là dei tempi stretti, che ha il ministro per rispondere, Orlando conosce questa storia e mi appello alla sua coscienza di persona, prima che alla sua funzione pubblica, perché decida di prendersi carico di una storia difficile e dia una risposta urgente e ponderata.

L’unica giusta.

(Foto: Flickr/Michael Coghlan)

Questo articolo è stato pubblicato qui

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