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Mafia: Lo Piccolo ammette di avere scritto a Zio Binnu

Incredibile ammissione questa mattina del boss Salvatore Lo Piccolo. Per la prima volta dal momento dell’arresto, il re del pizzo di Palermo, ammette di avere scritto a Bernardo Provenzano.

Il capomafia oggi ha reso dichiarazioni spontanee nel processo per l’omicidio di Giovanni Bonanno, ucciso con il metodo della «lupara bianca» nel gennaio del 2006. Agli atti del dibattimento c’è una lettera in cui si parla della «amara decisione» di eliminare l’uomo indicato come il «compaesano».



Lo Piccolo oggi ha ammesso la paternità del «pizzino» ritrovato in occasione dell’arresto del Padrino, nel covo di Montagna dei Cavalli, ma lo ha interpretato a modo suo dicendo di riferirsi a Francesco Pastoia, boss di Belmonte Mezzagno morto suicida in carcere nel gennaio del 2005, e al genero Giacomo Greco, oggi pentito. Sempre oggi il difensore di Lo Piccolo, l’avvocato Salvatore Petronio, ha chiesto l’audizione di altri testimoni tra i quali Sergio Sacco, cognato del procuratore Francesco Messineo, ma la richiesta è stata rigettata dalla Corte d’Assise.

Sacco, che è indagato per fittizia intestazione di beni aggravata dall’agevolazione di Cosa Nostra e ricettazione, secondo quanto è emerso nel processo, poco prima della scomparsa di Bonanno aveva consigliato alla vittima designata e alla moglie di lasciare Palermo.

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