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Made in China: solo questione di concorrenza sleale?

(pensiero ad alta voce)

Il successo del “Made in China” è oramai certificato che si basa esclusivamente sulla smisurata esiguità del prezzo dei prodotti. Appare sconcertante lo scenario che si nasconde dietro la maggior parte dei prodotti “Made in China” (non tutti i “MIC” ci sconcertano).

L’assenza del rispetto delle fondamentali norme a tutela dei lavoratori, è solo la punta di un iceberg che si prospetta gigantesco.

In questo periodo di vacche magre, il prezzo esiguo dei prodotti “Made in China”, diventa spesso richiamo per il consumatore (il prezzo è l’unica caratteristica tangibile all’occhio dello sprovveduto acquirente).

La domanda che ci si pone immediatamente dopo l’acquisto di un prodotto “MIC” è: avrò veramente risparmiato?

Da questo momento in poi, inizia un periodo di dubbiosa soddisfazione dell’acquisto. Per dare certezza e mortificazione ai nostri dubbi, ci si para davanti solo la possibilità della prova. Prendiamo i nostri jeans (“MIC”) pagati 6.50 € appena tirati fuori dalla sporta, li miriamo e rimiriamo da tutte le angolazioni, li indossiamo, facciamo le prove di piegamenti per testarne la resistenza, ci posizioniamo davanti allo specchio per le piroette di rito ed esclamiamo soddisfatti: “Bhè, non c’è che dire, acquisto azzeccato!”.

Dopo aver pronunciato questa frase, ci sfiliamo i jeans e…con sguardo incredulo, pizzichiamo le gambe per accertarci di averli sfilati veramente. Il dolore ci fa ripiombare nella realtà che fino a qualche istante prima è stata “bugiarda”: il colore delle gambe è simile a quello di uno zaffiro.

Cosa è successo ?

Il colore utilizzato per la tinteggiatura dei jeans non è stabile? Sono stati utilizzati metodi di lavorazione non idonei? Mi hanno fregato?

La risposta è una sola: “Sono stato un babbeo a credere di risparmiare con il “MIC”.

A parte l’esempio più o meno calzante, dietro alla facciata del prezzo, oltre alla questione dell’inosservanza del diritto dei lavoratori, c’è una questione di sicurezza ed igiene per il consumatore. Spesso e volentieri (non in tutti i casi, ma in tanti “MIC” che arrivano in Europa), vengono utilizzati prodotti “igienicamente non idonei” ed in alcuni casi nocivi per la salute o vengono a mancare caratteristiche di sicurezza.

Sfogliando casualmente il sito del RAPEX (non è il condom antistupro, ma bensì un’Autorità Europea che allerta i consumatori su eventuali prodotti pericolosi), ho potuto notare che nella lista dei prodotti a rischio, ne compaiono parecchi “MIC”.

A questo punto, dopo esservi sorbettati il mio pensiero ad alta voce ed aver eventualmente visitato il sito del RAPEX, siete veramente convinti che con il “Made in China” si risparmia?

Devo fare un appunto finale prima di leggermi gli insulti di risposta: in alcuni casi il “MIC” è direttamente correlato con aziende italiane ed europee che, al fine di risparmiare sulla manifattura del prodotto, rinunciano alla qualità e a volte alla sicurezza dello stesso.

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