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Ma chi ci depurerà dalle scorie nucleari?

Portaerei e sottomarini nucleari che gironzolano per i nostri mari e fanno scalo nei nostri porti civili. Mega-carichi di armi chimiche che transitano e ripartono da Gioia Tauro per essere "distrutti" in pieno Mediterraneo. E adesso misteriose navi che caricano scorie nucleari nel porto di La Spezia e spariscono nel nulla... Ma siamo davvero convinti che i cittadini e l'ambiente possano essere trattati in questo modo da chi dovrebbe proteggerli e garantirne la sicurezza? Siamo davvero sicuri che trincee di segretezza e mezze ammissioni siano la maniera giusta per riconquistare la perduta fiducia degli Italiani nelle loro istituzioni? 

Non c’è quasi nessuno ormai che non associ una marca di acque minerali, che pretendevano di "depurare l’organismo dalle scorie", all’accattivante slogan che ne esalta i mirabolanti risultati grazie all’affascinante immagine della sua testimonial, che si dichiara "pulita dentro e bella fuori”. Il solo fatto di riuscire a provocare nei suoi consumatori la produzione di “tanta plin plin”, comunque, pare che non sia bastato ad evitare a quella ditta l’accusa di ricorrere ad una pubblicità ingannevole.

Ma allora che cosa dovremmo dire noi quando sedicenti Autorità pretendono di farci digerire dichiarazioni reticenti e rassicurazioni ancora più improbabili sulla totale sicurezza delle operazioni di transito e carico su una nave inglese ormeggiata a La Spezia di ben tre TIR di scorie nucleari destinate chissa dove? Beh, in quel caso non si tratta certo di “pubblicità”. Anzi, potremmo coniare l’accusa di “non-pubblicità ingannevole”, visto che l’inganno dell’opinione pubblica risiede proprio nella volontà che anima Lorsignori di continuare a secretare, e quindi ad occultare, informazioni che invece riguardano la sicurezza dei cittadini e dei territori interessati da rischi specifici, come quello nucleare.

Solo una quarantina di giorni fa alcuni carichi di agenti chimici provenienti dalla Siria – che avrebbero dovuto essere "distrutti" in pieno mare Mediterraneo, non lontano dalle cose italiane e dalle isole greche – sono stati disinvoltamente introdotti nel porto di Gioia Tauro e lì caricati su una nave militare. Ebbene, di fronte alle reazioni comprensibilmente allarmate di sindaci ed organizzazioni ambientaliste l’unica risposta è stata che tutto era sotto controllo e che non c’era motivo di preoccuparsi!

E ora che dal porto ligure è partita per destinazione ignota una nave fantasma carica di scorie nucleari – dopo che esse sono state fatte transitare per la città e vi sono state caricate alla chetichella – ecco che di nuovo le solite “autorità competenti” continuano a lanciare messaggi rassicuranti, sebbene con tono un po’ infastidito dall’imprevista ed indesiderata pubblicità che alcuni media hanno dato a questa sconcertante operazione.

“Nel giro di poche ore la motonave viene stipata di un carico ignoto, che poi si scoprirà essere composto da “sostanze fissili non irraggiate per usi civili provenienti da un deposito nazionale”. Lasciatosi alle spalle il golfo alle prime luci dell’alba la Pacific Egret riprende il largo, ignara della scia di ansie, polemiche, scontri e provvedimenti politici che segue al suo arrivo nel porto spezzino. La rotta porta la nave battente bandiera inglese verso lo Stretto di Gibilterra. Un percorso monitorato dal segnale Ais (Automatic identification system). Nel corso della notte scorsa, però, esattamente alle 3.30, dopo aver superato le colonne d’Ercole, il segnale emesso dalla Pacific Egret improvvisamente si tace. Dove saranno finiti la nave e il suo carico?

La citata ricostruzione, contenuta in un articolo pubblicato sul quotidiano online Città della Spezia, sembra dimostrare che sulle rassicurazioni ufficiali si può fare ben poco affidamento. La segretezza invocata ed il palese imbarazzo della prefettura, infatti, non sono stati certamente dissipati dalle dichiarazioni successive, nelle quali si banalizza l’accaduto, parlando cripticamente di sostanze fissili non irraggiate per usi civili provenienti da un deposito nazionale”. Come a dire: “Ma di cosa vi preoccupate? Si tratta di 'normali' operazioni, non c’è nulla di strano né d’insolito”.

Come ci comunica il quotidiano online Lettera 43:

“Nella nota si legge anche che: «l’operazione è avvenuta nel totale rispetto della normativa nazionale e internazionale. Gli obblighi di informazione vanno garantiti nei confronti della popolazione interessata solo nel caso di incidente che comporti una emergenza radiologica»"

Tutto chiaro? Nulla di cui allarmarsi, allora? Eh no, purtroppo: queste tardive dichiarazioni risultano, tra l’altro, in contraddizione con l’atteggiamento reticente del prefetto Giuseppe Forlani che, interpellato dal Secolo XIX :

“Lascia(va) il compito di un’algida risposta al capo di Gabinetto: «La prefettura non ha intenzione di comunicare nulla su questa questione». Punto e basta, non sono ammesse repliche.”

Ma poi, se la lingua italiana ha ancora un senso, che diavolo significa che gli obblighi d’informazione andrebbero garantiti alla popolazione interessata esclusivamente nel caso di incidente che comporti una emergenza radiologica. Se davvero non c’era nessun pericolo, perché mai quel carico era protetto – riferisce il quotidiano ligure – da uno spiegamento di "uomini vestiti come astronauti che si muovono nel buio, di vigili del fuoco richiamati fuori dal turno quando già riposavano, della digos che sorveglia, dei mezzi della Marina militare disseminati a protezione tutt’intorno (ibidem).

Ma, come cantava Bob Dylan, ancora una volta risposta non c’è” o meglio, per citare l’originale, “sta soffiando nel vento”. Peccato che si tratti del vento dell’inganno, della mancanza di rispetto per la sicurezza dei cittadini e dell’ambiente. Un vento che solleva muri di polvere e che cerca di spazzare via il diritto all’informazione preventiva ed alla trasparenza di operazioni ad alto rischio.

Insomma, una volta di più le nostre poco autorevoli Autorità si sono dimostrate poco pulite dentro e per niente belle fuori, alimentando la comprensibile diffidenza della gente verso istituzioni la cui priorità non sembra essere proprio la sicurezza e la salute della collettività.

E poi, dalle “scorie radioattive” chi accidenti ci depurerà? Quello che è certo è che a tranquillizzarci non basterà il “plin plin” delle dichiarazioni ufficiali.

Foto: Arturo R Montesinos /FLickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

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