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Lotta contro i no-gender e i woke: arma distrazione della destra

Sinceramente, sono stanco. Stanco di sapere che il mondo è attanagliato da problemi reali quali guerre, disastri naturali ( incendi catastrofici come quelli in Canada o in Russia non fanno più notizia ), carestia e fame, malattie ( non parliamo della costante crescita del numero dei tumori: +79% negli under 50 negli ultimi 30 anni! ), povertà di sempre più ampie fasce della popolazione, aumento della repressione poliziesca mentre invece dobbiamo sopportare gente che lancia inutili, anzi dannosi, allarmi contro l’inesistente “teoria gender” ( al più “no-gender”) e la distorta “ideologia woke”!

La questione dei no-gender

In Italia, ad esempio, sembra che ci sia chi si prenda la briga di dedicarsi a “fondamentali” battaglie contro « chi è di genere “donna” [ma] non sarebbe necessariamente una femmina, e chi appartiene al genere “uomo” [ma] non sarebbe necessariamente un maschio » [1]. Tali menti, cresciute a fondamentalismo cattolico e ideologia reazionaria di destra, si sono riunite nell’associazione “Pro Vita e Famiglia” che – al 31 dicembre 2022 [2] – contava solo 25 soci in tutt’Italia ma ben più numerosi sostenitori se, nello stesso anno, contava oltre 980.898 euro d’entrate ( 844.000 di “liberalità” – donazioni, 137.000 da introiti del 5 per mille )!

Questa associazione è una di quelle che strenuamente combatterebbe la “teoria gender” ovvero quella teoria che permetterebbe ai « transgender di introdursi nei luoghi – bagni, sport, spogliatoi, stanze di ospedale, ecc – riservati alle donne, finendo così per mettere a repentaglio la salute e l’incolumità delle donne stesse » ! I Pro Vita, quindi, affermano di voler arginare i pericolosi « asterischi, Schwa, pronomi neutri » nonché « la carriera alias ». Uno dei timori più grandi dei Pro Vita è la partecipazione negli sport femminili di « atleti transgender che poi possano fare incetta di record, vittorie e medaglia ai danni delle impotenti atlete » [1]!

Il Pro Vita è, naturalmente, solo un pericoloso « blob di slogan e di pregiudizi sessisti e omofobi », spiega la scrittrice Sara Garbagnoli, per come riporta la rivista Wired [3]. In altre parole, « la teoria del gender è un’invenzione polemica », un modo « per gridare “a lupo a lupo” e creare consenso intorno a posizioni sessiste e omofobe », per assegnare attività stereotipate alle donne, per negare l’amore tra soggetti dello stesso sesso biologico, per portare “acqua (voti) al mulino” dei partiti dell’estrema destra neofascista nazionale (Lega Nord e Fratelli d’Italia ma anche Forza Nuova, ad esempio).

In altre parole, fuori dal ridicolo in cui si pongono, « il movimento “anti-gender”, ostacolando l’estensione dei diritti civili alle persone LGBTI, non si limita a una reazione emozionale al panico diffuso dalla propaganda “no-gender” né all’ingerenza della Chiesa nella politica italiana. La reazione conservatrice che esprime il discorso “anti-gender” costituisce anzitutto un fronte di mobilitazione anti-democratica promosso dall’alleanza tra integralisti cattolici e tradizionalisti neofascisti, dando forma, in sostanza, a un contro-movimento sociale impegnato in una crociata morale contro il principio di uguaglianza che definisce la democrazia »[4].

La questione della ideologia woke

Sulla questione della cosiddetta “ideologia woke” era stato lo stesso Il Foglio [5] a darsi la classica “zappa sui piedi”: secondo tale giornale, il “woke” è « una persona che è sensibilizzata nei confronti delle ingiustizie che possono verificarsi attorno a lui ». Insomma una persona che non ama, ad esempio, le discriminazioni (di genere, di etnia, di nazionalità, etc).

Perché allora non essere tutti “woke”? Perché, secondo ancora Il Foglio, il “woke” è … esagerato: « passa da una richiesta di uguaglianza a una richiesta di gerarchia “al contrario”, dove il “dominato” dominerebbe il “dominante” » (addirittura!).

Quale allora è il problema lo spiega meglio Il Post [6]: « Con woke, cioè, la destra americana intende solitamente quello che identifica come un atteggiamento di dogmatismo intollerante e censorio, applicato nei confronti delle parole e delle idee che vanno contro le più moderne sensibilità sulle questioni delle minoranze e dei diritti civili ».

Ancora una volta, insomma, nel tentativo di screditare, la destra valorizza il termine il termine woke ( che non è certo un’ideologia bensì un atteggiamento, una sensibilità, alla tutela delle minoranze e dei diritti civili ).

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Fonti:

Credits: Foto di Ian Taylor su Unsplash.

[1] Pro Vita & Famiglia, 25 marzo 2024, “La Teoria Gender: cos’è, come contrastarla e ampiezza del fenomeno”.

[2] Pro Vita & Famiglia, “Relazione di missione al bilancio d’esercizio chiuso al 31/12/2022” [scarica PDF], pag. 6 di 18.

[3] Wired, 13 marzo 2015, “Cosa (non) è la teoria del gender”.

[4] Il Post, 22 febbraio 2016, “I movimenti no-gender, spiegati bene”.

[5] Il Foglio, 9 agosto 2021, “Il woke, oppio degli intellettuali”.

« Il wokismo – infine, scrivono ancora – è caratterizzato soprattutto da uno scetticismo radicale quanto alla possibilità di ottenere un’informazione o una verità obiettiva, così come dall’idea secondo cui la società sarebbe formata da sistemi di potere e gerarchie che deciderebbero ciò che si può sapere e in che modo ».

[6] Il Post, 12 novembre 2021, “Cosa si intende per woke”.

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