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 Home page > Attualità > Economia > Londra: è giunta l’ora di un approfondimento

Londra: è giunta l’ora di un approfondimento

Una analisi della situazione inglese

La giornata di mercoledì scorso è stata segnata da un dato che, a giudicare dall'indice FTSE100 di Londra, è stato dimenticato in fretta, ma che al contrario potrebbe avere riverbero anche nei mesi a venire. Stiamo parlando della variazione trimestrale del PIL inglese.

Il Toro travestito se n'è fatto un baffo, tanto per cambiare, e la scelta di rimanere "long" sui listini continua a premiare. Il colpo inferto dal dato inglese è però di quelli tosti. Vediamo perché.

Il Regno Unito rischia di essere l'anticipatore di un evento che presto potrebbe essere comune: il tanto temuto double dip. In seguito alla grande Crisi finanziaria gli Stati, e l'Inghilterra più di ogni altro, sono corsi in aiuto delle big companies e delle big banks espandendo il bilancio pubblico per generare risorse da dedicare ai bailout.

Una volta ci siamo messi nei panni dei governanti a Pechino, oggi proviamo a fare lo stesso esercizio, trasferendoci a Downing Street, Londra. continua a leggere...

Dopo aver imbarcato debito ed espanso il deficit, l'amministrazione inglese si è trovata a gestire dei rapporti debito/PIL e deficit/PIL molto peggiorati, fatto che causò il rapido precipitare della sterlina sulle piazze mondiali; per ristabilire rapporti di debito e deficit su PIL più gestibili fu fatta la scelta che fecero tutti: stimoli fiscali e monetari che spingessero il PIL. Dunque tassi vicini a zero, e dove possibile tagli fiscali o incentivi.

Il PIL smise di crollare, ma non ritornò a crescere in modo adeguato.

Se dovete gestire un debito/PIL e un deficit/PIL troppo alti e non riuscite a far aumentare il PIL, cosa vi verrebbe in mente di fare, in alternativa?
Bravi, proprio così: ridurre debito e deficit.

Cameron ci ha vinto le elezioni con questi argomenti e ora ha iniziato - con decisione - ad implementarli (il suo piano di tagli è il più corposo dai tempi della II guerra mondiale): quello che ha fatto maggior scalpore è l'aumento enorme delle rette universitarie (triplicate) che ha causato agitazioni in piazza (persino l'automobile del principe Carlo fu sbatacchiata, ricordate?).

Per molti mesi avete letto su questo e su altri blog che il taglio della spesa ha un difettuccio non trascurabile: il PIL è composto anche da spesa pubblica, in Italia ad esempio il PIL è fatto per il 53% da spesa pubblica, diretta o indiretta.
Tagliare la spesa significa dunque tagliare un po' di PIL, con il rischio che i rapporti deficit/PIL e debito/PIL non migliorino affatto.

Tutte chiacchiere, fino a ieri. Da oggi è un fatto, certificato, quantificato, concreto.
E terrificante.

Per l'ultimo trimestre 2010 in UK aspettavano di avere un +0,5% su PIL, inferiore al +0,7% del trimestre precedente, ma comunque positivo. Il dato è stato invece uno sbalorditivo -0,5%. Menozerovirgolacinquepercento. Un altro trimestre col segno meno ed è recessione (dicesi recessione la sequenza di due trimestri con PIL decrescenti).

Per ridurre la gravità del dato è stato eretto a paravento un teorema secondo il quale le forti nevicate di dicembre hanno paralizzato il Paese, riducendone l'attività economica.

Un po' avrà influito di certo, ma da +0,5% a -0,5% ci passa un intero punto di PIL, e.... beh.... alla faccia della nevicata.
Quel vecchio lupo di mare di George Soros sentenzia oggi che il Regno Unito deve abbandonare il suo progetto di taglio del deficit, pena il ripiombare in recessione. David Cameron ha risposto:

The worst thing you could do would be to ditch your plans on the basis of one quarter’s figures

"La cosa peggiore da fare è cambiare i piani (pluriennali ndBA) sulla base di un dato trimestrale"

E voi? Se foste voi al Governo in Inghilterra, a questo punto che fareste?
Tenete conto che: i tassi sono già azzerati, il PIL fatica a crescere e se lo fa cresce poco, debito e deficit minacciano la perdita della AAA, il sistema finanziario è ancora attaccato alle macchine per la respirazione artificiale, l'inflazione è già sopra il 4,5%, andrebbe sedata e comunque rende quasi impossibile svalutare altrimenti si rischia una spirale in stile Weimar... ogni punto di crescita annua di PIL permette di guadagnare 10 punti di debito/PIL in 5 anni, se non si espande il debito e si accantonano i prelievi fiscali (stimiamo una imposizione media del 40%), procedendo così in 10 anni il debit/PIL migliora di 30 punti.

Nei commenti avete lo spazio per provare la vostra, intanto vi dico dove -secondo me- si andrà a parare: diventa necessario colpire la spesa strutturale di lungo periodo e tener viva la spesa corrente, per sostenere il ciclo; dunque lo Stato inglese verosimilmente farà dei tagli forti alla spesa sociale (pensioni, sanità) e ridurrà le imposte alle imprese e ai lavoratori, compensando con un aumento dell'IVA. L'IVA non ostacola le esportazioni e questa virata fiscale dovrebbe incentivare le assunzioni, soprattutto nel comparto manifatturiero. Il maggior numero di stipendi dovrebbe dare ai consumatori le risorse per reggere l'aumento di IVA senza ridurre i consumi e le imprese con la riduzione delle imposte dovrebbero essere indotte ad investire più capitale.

Attenti però: il Regno Unito è un'isola, ma solo geograficamente. Il processo di stimolare la crescita, scoprire che non c'è e avviare i piani di austerità è comune a tutti i Paesi Europei: l'Inghilterra è solo la prima ad aver concretizzato il monito che più è stato lanciato. Lo stesso rischia di accadere presto in tutta Europa.
Per questo, dicevo all'inizio, questa notizia potrebbe lasciare un segno.

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