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 Home page > Tribuna Libera > Lettera di un francese: "Vi dico come vedo l’Italia"

Lettera di un francese: "Vi dico come vedo l’Italia"

Sono un giovane francese e ho avuto l'opportunità di trascorrere un anno in Italia. Non c'è dubbi sul fatto che questo paese possiede un'anima meravigliosa, una cultura strepitosa, un patrimonio che farebbe invidiosi nel mondo intero... tutto questo è famoso; ma qualcosa non c'è... 

Dove è andato l'interesse dei giovani rispetto al mondo? Dov'è l'attivismo, che sia politico o culturale? Che fine ha fatto il coinvolgimento giovanile nella loro società? Se mi chiedo questo è perché sono stato in contatto, in diversi regioni, con pochi ragazzi impegnati.
 
La cultura predominante è quella del calcio, della superficialita, del sembrare invece di essere. 
 
Per prova, guardate il numero di commenti su un sito come Agoravox.it... vicino allo zero su quasi tutti gli articoli. Sul sito francese, le reazioni sono abbondanti! Questo mi ha colpito subito. 
 
Ovviamente, non generalizzo a tutti i giovani, e non escludo il fatto che anche in Francia la gente sia poco interessata... ma comunque vorrei trovare una spiegazione a questo: la manipolazione televisiva che ha tirato giù gli spiriti curiosi? I troppi affari che hanno scoraggiato il popolo ad interessarci? O un lascia fare adesso diffuso, dicendosi che non si puo più cambiare? 
 
Perché se anche i giovani smettono di lottare contro gli abusi di questo mondo, allora andiamo alla rovina...

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.52) 1 marzo 2012 10:08

    Ci meritiamo cio’ che abbiamo , la aridita’ dei giovani e’ LAMPANTE... sono in crisi per assenza di giovani TUTTE le associazioni culturali e di assistenza sociale....mentre discoteke e aperitivo Bar sono pieni...

    i giovano SI MERITANO IL PRECARIATO E LOSFRUTTAMENTO....ben gli sta!!

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.147) 1 marzo 2012 13:51
    Damiano Mazzotti

    Non condivo in pieno il commento... Quelli impegnati non vanno a prendere l’aperitivo e quelli più bravi vanno all’estero a studiare, a specializzarsi e a lavorare. Dalla Francia all’Austrialia...

    Quelli impegnati non si vedono, i più fessi sono più visibili, ma nel godersi la vita non c’è nulla di male. E chi prende l’aperitivo potrebbe anche essere una persona impegnata nel volontariato.

    Però è vero che gli italiani pensano troppo al calcio e poco alla cultura....

  • Di (---.---.---.251) 1 marzo 2012 16:43

    Anch’io sono in qualche modo uno straniero in Italia. Figlio di immigrati italiani in Belgio sono arrivato da adulto (30 anni) in questo meraviglioso paese… peccato che sia pieno di italiani! Voglio dire che questo popolo, dopo essere stato un faro culturale in Europa fino alla seconda guerra mondiale, ha subito una declino straordinario che l’ha ridotto  a brandelli. Ora, all’estero, si fatica a dirsi italiano perché significa passare per poco affidabile, cialtrone, bugiardo e ignorante. Come sia successo, non l’ho ancora capito ma comunque, penso che sia troppo forte il peso del Vaticano in questo paese, e la mentalità è ancora quella del suddito dello Stato della Chiesa. Lo Stato italiano non è mai diventato veramente uno stato di diritto, l’uomo medio non conosce i suoi diritti e nessuno ne rivendica il rispetto. La relazione dell’italiano con il potere è sempre impostata sulla richiesta del favore più che sulla rivendicazione di un diritto. Come una volta si andava dal prete, ora si va dal boss o dal politico di turno. E poi c’è l’omertà, la paura di criticare l’altro perché le reazioni sono spesso violente, imprevedibili. Il feudatario, il vescovo o il potentato locale non si critica mai, tutt’al più si corteggia, si adula, si vezzeggia, si serve… Si, un popolo di servi siamo diventati e scusate l’offesa, ma sono molto amareggiato.

    • Di Geri Steve (---.---.---.230) 1 marzo 2012 19:24

      Il punto di vista di uno che viene da fuori è sempre interessante e di aiuto: grazie.

      Non so quando sei "entrato" in Italia, ma le cose sono più complesse di come credi: il neorealismo e la rinascita dell’Italia sono degli anni 40-50, negli anni 60 c’è stata un’esplosione culturale che è diventata politica con il ’68 e ha rimesso in discussione tutti i ruoli tradizionali fino al ’77, poi è iniziato il riflusso e siamo arrivati alla situazione che -purtroppo- hai ben descritto.

  • Di Truman Burbank (---.---.---.251) 1 marzo 2012 17:43
    Truman Burbank

    A Rimini, 24, 25 e 26 febbraio, al summit di Paolo Barnard sulla MMT (Modern Money theory) c’erano oltre 2000 partecipanti, tutti impegnati, molti giovani, qualche francese.

    Per trovare le persone che hanno voglia di fare qualcosa bisogna anche andare nel posto giusto.

    E oggi il posto giusto è la Val di Susa, dove tante persone difendono la propria terra contro la criminalità organizzata.

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