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Lettera a mia Mamma

Lettera a mia Mamma

Cara Mamma, scusa il modo, scusa il posto, ma oggi avevo proprio l’esigenza di scriverti.

Sai, in questi giorni ho letto che la Regione Lombardia sta pensando ad un assegno di 250 euro al mese per le mamme che rinunciano ad abortire, mentre la SIGO, la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, sta proponendo al Ministro della Salute un TSO, un trattamento sanitario obbligatorio per le mamme depresse, per ridurre e per reprimere gli impeti infanticidi.
 
La prima domanda che mi viene da farti è: ma è così difficile nascere? O almeno è stato così difficile anche per me 25 anni fa?
 
Perchè oggi mi sembra un dovere essere Mamme, tra assegni per non abortire e tra trattamenti sanitari coatti.
 
Sarà un problema di crisi economica o di crisi materna?
Le mamme non hanno i soldi o i valori per crescere questi figli?
 
Avrei altri duemila quesiti, ma non basterebbero altri 2000 post.
 
Cara Mamma, io sono convinto che mamme si nasce. Non si diventa. E lo si è prima, durante e dopo i 9 mesi di gravidanza. Si è mamme perchè si è donne, perchè la donna nella sua essenza custodisce non solo il grembo ma anche il latte materno. E cioè il pane quotidiano fisiologico, quanto basta almeno inizialmente per nutrire e per crescere un neonato.
 
Un latte che non conosce lattine o bottigline Pet. Che non conosce l’inflazione o gli assegni di Formigoni. Che non conosce i tso e i farmaci anti-depressivi. Un latte che non conoscono gli uomini, se non dopo essersi abbeverati alla fonte suprema.
 
Un latte. Quanto basta.
 
E invece no. Perchè oggi quanto basta è un passeggino, una culla a mano e un portaenfant. Oggi quanto basta è un bavaglino a punto e croce, uno all’uncinetto ed uno personalizzato. Oggi quanto basta è un ciucciotto di gomma, uno di plastica ed uno di caucciù. Per non dimenticare lo sterilizzatore portatile per ciucci e biberon.
 
Cara Mamma ecco perchè oggi avere un figlio è diventata un’impresa. O meglio: ecco perchè se non hai come minimo un’impresa non potrai avere un figlio. Partorire è diventata un’operazione di marketing. Le mamme sono aziende. I neonati sono sponsor.
 
Insomma: Grazie. Grazie Ancora. Per avermi fatto nascere e non solo.
 
Grazie per tutto. Soprattutto perchè, alla faccia degli assegni di Formigoni e dei Tso per la depressione post-partum, da 13 anni mi fai anche da Padre.

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