Letta chiarisce su Bilderberg. Ma se non controllano il Pd, come possono controllare il mondo?
E' del tutto evidente che la presenza di Enrico Letta all'ultimo meeting Bilderberg dovrebbe rassicurare tutti. Il vice segretario del Partito Democratico ha partecipato nei giorni scorsi alla riunione tra presunti "grandi del mondo", secondo molti i veri "registi" del destino dell'umanità: 130 persone chiuse in un hotel di lusso a discutere di economia, strategie militari, ecc ecc. Vietato l'ingresso ai media. Tutto top secret.
Dovremmo, tuttavia, stare tranquilli. Dal 14 ottobre del 2007 il Partito Democratico non riesce a stabilire una sola decisione politica chiara e inequivocabile in nessun tema: Letta, naturalmente, fa la sua parte smentendo un giorno sì e l'altro pure le proposte dell'area "sinistra" del partito, che naturalmente non è da meno e fa nei confronti di Letta lo stesso giochino. L'ultima ieri: Fassina chiede il voto anticipato ad autunno. Due minuti dopo Letta lo smentisce: "Si vota nel 2013". Stupisce, dunque, che uno che non riesce a mettere d'accordo nessuno nel suo partito possa far parte della ristretta cerchia di uomini che "controllano il mondo".
Ad ogni modo, Letta pochi minuti fa ha risposto su Facebook a chi lo criticava per aver partecipato al meeting Bilderberg:
"In molti in questi giorni mi fanno domande sul meeting Bilderberg al quale son stato invitato a Washington lo scorso fine settimana. In sintesi, era presente una parte importante dell'amministrazione Obama e dei partiti democratico e repubblicano americani. C'erano poi leader socialisti, liberali, verdi e conservatori di molti Paesi europei. E, inoltre, sindacalisti e imprenditori, docenti universitari e finanzieri. Senza contare rappresentanti dell'opposizione siriana e russa. La lista dei partecipanti è stata peraltro resa pubblica dagli stessi organizzatori.
Si è discusso dei principali temi in materia di economia e di sicurezza al centro dell'agenda globale. Ed è stata per me un'occasione interessante e utile per ribadire la fiducia nei confronti dell'Euro e per rilanciare con grande determinazione l'invito a compiere i passi necessari (e indispensabili) verso gli Stati Uniti d'Europa.
Nulla di queste discussioni, e del franco e 'aperto' dialogo tra i partecipanti, mi ha fatto anche solo per un momento pensare a quell'immagine di piovra soffocante che decide dei destini del mondo, incurante dei popoli e della democrazia, descritta da una parte della critica sul web e sulla stampa.
È vero: la discussione era a porte chiuse. Ma la presenza dei direttori di alcuni dei principali giornali internazionali (di tutte le tendenze politico-culturali) mi pare possa 'rassicurare' i sostenitori di una lettura complottistica del meeting".
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