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Lega: continuano le polemiche. Propongo Tremolada for president!

Nuovo episodio della guerra interna alla Lega. Questa volta nell'occhio del ciclone il leghista Flavio Tosi, attuale sindaco di Verona, il quale, per le prossime amministrative di questa primavera, non intende presentarsi in una lista targata Lega che non avrebbe i numeri per vincere da sola, ma sta invece preparando una lista civica con il suo nome per conquistare, facendo a meno dell'alleanza con il PdL, il 51% dei consensi (mamma mia, povera Verona!). 

Tosi non ha torto. Il personaggio si è qualificato già da tempo come una persona ragionevole, che ha preso le distanze, sia pure in modo diplomatico, da ministeri al Nord, secessione, respingimenti e tutta la paccottiglia tipica dei bossiani duri e puri.

Un Tosi che va in vacanza addirittura in Puglia, questione di non poco conto per il mondo legaiolo. Non dimentichiamo che il professor Gianfranco Miglio, profeta dei leghisti, passato da oltre un decennio a miglior vita e di cui non sentiamo certamente la mancanza, era solito dire che quando dal nord arrivava a Firenze si sentiva già a disagio. Varese meglio di Firenze, questa l'intellettualità padana. Ma torniamo all'oggi.

Una lista civica guidata da Tosi avrebbe dunque buone possibilità di vincere alle amministrative, dato che avrebbe il consenso anche di molti cittadini di Verona che mai voterebbero una lista della Lega. Ora, in qualunque altro partito tutti sarebbero felici di avere un'opportunità del genere, cioè avere la guida di una città importante come Verona avendo come sindaco un esponente del proprio partito. In qualunque altro partito, ma non nella Lega, che per bocca di Bossi e di altri dirigenti del Cerchio Magico a lui vicini, hanno detto no alla lista di un dirigente eretico come Tosi. Il quale prima ha cercato di depotenziare i termini della diatriba, poi ha tentato la mediazione, poi ha minacciato di ritirarsi e infine ha confermato che lui la lista civica la farà, appoggiato dal maroniano sindaco di Varese Fontana e dal presidente della giunta veneta Zaia, anche lui in odore di deviazionismo.

Di nuovo, da una parte della barricata i Barbari Sognanti, i maroniani, dall'altra i bossiani del Cerchio Magico, i badanti, come sprezzantemente i maroniani chiamano i super fedeli di Bossi. Di nuovo un braccio di ferro fra le due componenti della Lega che non conosce tregua. Per Bossi il tutto è questione di vita o di morte. E si capisce, visto che in previsione dei prossimi congressi di partito, una vittoria elettorale di Tosi equivarrebbe alla presa del potere nel partito da parte dei maroniani.

L'autismo politico del meglio perdere fra la gente che vincere in casa propria lo riassume chiaramente un altro Flavio, tale Flavio Tremolada, sconosciuto assessore alla sicurezza del comune di Lesmo, guidato da un sindaco cerchista, che però ha il pregio di sintetizzare alla perfezione il pensiero bossiano. "Non mi interessa vincere le elezioni o conquistare un comune. Noi bossiani non ce ne facciamo niente: si deve ripulire il partito, anche se questo significa tornare al 2% o al 3%".

Prima di tutto la pulizia interna, quindi, facendo fuori indecisi, mollaccioni e finti leghisti. A questo punto io - felice e incredulo - ne prendo atto e faccio un tifo sfegatato per il Tremolada. Anzi, lo propongo al posto di Bossi. E voi? Tremolada for president!

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