• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Le vittime di serie B di Boko Haram

Le vittime di serie B di Boko Haram

Dopo gli attentati di Parigi, alcuni osservatori hanno rilevato che la stessa attenzione non è stata rivolta ai morti causati, da diversi anni ormai, dalle azioni dell’organizzazione terroristica Boko Haram. E nemmeno alla strage di 32 civili che si è verificata il 17 novembre, a Yola, nel nord-est della Nigeria. Mi sembra evidente che vi sia un esteso disinteresse da parte di noi occidentali nei confronti degli assassinii di Boko Haram.

Quindi vi sono, oggettivamente, vittime di serie A e vittime di serie B. Tale situazione dipende anche, a mio avviso, dalla scarsa conoscenza che abbiamo di Boko Haram, della sua origine, delle sue azioni e della sua strategia. Delle informazioni sintetiche, ma molto utili, su Boko Haram possono essere individuate leggendo un articolo comparso sul sito web della rivista Limes.

“Boko Haram è un’organizzazione terroristica fondata formalmente nel 2002 da Mohamed Yusuf e guidata oggi da Abubakar Shekau.

Il suo scopo è imporre il califfato in Nigeria. Secondo il dipartimento di Stato Usa, avrebbe dei legami con al Qaida nel Maghreb islamico (Aqim) e inoltre, lo scorso luglio Shekau ha dichiarato il suo supporto allo Stato Islamico.

Nel 2002 Yusuf ha creato a Maiduguri, nello stato del Borno, un complesso religioso, che include una moschea e una scuola islamica, con la scopo di contrastare l’educazione occidentale. La scuola ha attratto musulmani da tutto il Paese, diventando il luogo perfetto di reclutamento.

Ma è dal 2009, a seguito della violenta repressione dell’esercito locale, che l’organizzazione jihadista ha cominciato a seminare il panico, compiendo attentati contro edifici delle forze di polizia, scuole, chiese, moschee e uccidendo civili.

L’attività di Boko Haram si è intensificata nel 2011, quando in un clima di tensione è stato eletto presidente della Nigeria Goodluck Jonathan, del People’s democratic party e appartenente agli Ijaw, un’etnia cristiana minoritaria del Sud del paese.

Nell’aprile 2014, Boko Haram ha rapito 276 alunne nigeriane. 57 di loro sono riuscite a scappare, ma le restanti non sono ancora libere.

Da questa estate l’organizzazione jihadista ha cominciato ad ampliare il proprio raggio d’azione e secondo il Telegraph attualmente controllerebbe un’area di circa 52.000 chilometri quadrati nel Nord Est della Nigeria…

La ferocia di Boko Haram non è una novitàGià lo scorso anno, il National consortium for the study of terrorism and response to terrorism (Start) aveva affermato che nel 2013 questa organizzazione è stata la terza al mondo per attacchi perpetrati, proprio dopo i talebani e lo Stato Islamico.

In questi anni, a causa degli attentati di Boko Haram, circa un milione e mezzo di nigeriani hanno abbandonato le proprie case e centinaia di migliaia di persone sono fuggite in Ciad, Niger e Camerun, peraltro, Paesi in cui i jihadisti nigeriani stanno estendendo il proprio campo d’azione”.

Queste informazioni, a mio avviso, sarebbero più che sufficienti per comprendere l’estrema pericolosità dei terroristi di Boko Haram.

Ma forse il nostro disinteresse deriva anche dal fatto che coloro che sono stati uccisi da Boko Haram erano molto lontani da noi. Invece i terroristi dell’Isis hanno dimostrato che possono compiere delle stragi anche in luoghi a noi vicini, molto vicini.

E noi ci occupiamo molto di più degli avvenimenti che ci colpiscono, o che ci possono colpire, direttamente, rispetto a quanto può capitare a persone che sono piuttosto distanti da noi.

Ci può piacere o no, ma la verità mi sembra proprio questa.

(Foto: Global Panorama/Flickr)

 
Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità