Le pari opportunità esistono. Per gli uomini
Carissimi amici,
basta qualche giorno ed ho già nostalgia della nostra tavola, dell’occasione di scambio e confronto che ogni volta mi concedete.
Eravamo rimasti alle quote rosa, o quote e basta, visto che si parlava di raggiungere un paritario 50% per sesso.
Marco non è molto d’accordo e mi scrive che "Pessima l’idea delle quote rosa, è solo un contentino dato dal maschilismo. La battaglia è da combattere contro i pregiudizi, non a garanzia di quote sessite. Insomma, guadagnatevela ’sta carica pubblica: la Serracchiani la voto, la Carfagna no: la discriminante non è il sesso". Se tutti ragionassero come te Marco, non avremo molti problemi, ed avresti la ragione completa. Non ti offendere se ti dico "peccato che nessuno viva nel tuo mondo", mi piacciono i sognatori, tuttavia sono necessari anche spunti dal reale.
Secondo Sonia, invece il 50% è "il minimo sindacale": "La cosa più triste è che le prime nemiche di progetti così (il 50% mi pare il minimo sindacale) sono proprio le donne. Quelle quote sono diventate un altro orticello di potere. Gestito alla maniera maschile. O forse alla maniera del potere, quello che abitualmente si spaccia per politica ma di politico ha ben poco".
Mettiamola così, Sonia, cerchiamo di fare in modo che questo orticello produca frutti, visto che siamo anche in stagione buona. Il cammino è lungo, la meta ambiziosa, ma credo raggiungibile.
La cosa più assurda è che il mondo non sembra assolutamente sentire il bisogno di questo cambiamento. Il presidente Berlusconi viene definito dal suo legale "utilizzatore finale" di una donna, e la cosa non scandalizza, o almeno non troppo. Non ci sono stati gruppi di donne imbelvite a urlargli contro, nei giorni successivi. Come se fosse normale.
Del resto Vittorio Sgarbi si può permettere di dire che Berlusconi piace in quanto "italiano scopante" e che in questo non c’è nulla di male.
Non solo. A prendere per il culo le donne ci si mette addirittura il ministero per le pari opportunità, che dopo la protesta di tale Max Cordeddu, chiede a gran voce l’assunzione in Rai di un annunciatore uomo.
Eccolo, ecco fatto, vi presento Livio Beshir.
Vorrei solo ricordare al ministro delle pari opportunità che non era proprio quella la mossa più pressante nel campo dei diritti paritari.
Voglio ricordare alla ministro calendario Mara Carfagna, che le donne rappresentano solamente il 27% dei quadri dirigenziali degli apparati pubblici.
Un consiglio, chieda alla rai di farlo dire prima di ogni annuncio al signorino Livio, potrebbe essere una buona idea.
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