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Le norme del Parlamento europeo non sono immediatamente applicabili negli Stati membri

In questi giorni si è fatto un gran parlare nella stampa nostrana sul tema delle case green, dando praticamente per scontato che quanto verrà approvato dal Parlamento europeo nel merito sarà automaticamente applicabile a tutti gli Stati della UE. In realtà non è affatto così. 

 
Affinché una norma approvata da quest'organo entri effettivamente in vigore, bisogna che necessiti dell'approvazione anche del Consiglio dell'UE.
Le competenze del Consiglio sono le seguenti:
- Negozia e adotta le leggi dell'UE, assieme al Parlamento europeo basandosi sulle proposte della Commissione europea
- Coordina le politiche dei paesi dell'UE
- Elabora la politica estera e di sicurezza dell'UE sulla base degli orientamenti del Consiglio europeo
- Firma accordi tra l'UE e altri paesi o organizzazioni internazionali
- Approva il bilancio annuale dell'UE insieme al Parlamento europeo.
Il Consiglio dell'UE non ha membri permanenti, ma si riunisce in dieci diverse formazioni, ognuna delle quali corrisponde al settore di cui si discute. A seconda della formazione, ogni paese invia i ministri competenti.
Per esempio, al Consiglio "Affari economici e finanziari" (Consiglio "Ecofin") , partecipano i ministri delle Finanze di ciascun paese.
Come funziona il Consiglio?
- I ministri dell'UE si riuniscono in seduta pubblica quando discutono o votano progetti di atti legislativi.
- Le decisioni vengono di norma adottate a maggioranza qualificata, ossia dal 55% dei paesi (almeno 15 Stati membri sugli attuali 27) che rappresentino almeno il 65% della popolazione totale dell'UE.
- È possibile seguire le sessioni pubbliche del Consiglio in diretta in tutte le lingue dell'UE. Quando una riunione del Consiglio è pubblica lo sono anche i verbali e le votazioni.
- Per bloccare una decisione, occorrono almeno 4 paesi (che rappresentino almeno il 35% della popolazione totale dell'UE).
Eccezione - materie delicate come la politica estera o la fiscalità richiedono l'unanimità (tutti i paesi a favore).
Per le questioni procedurali e amministrative è richiesta la maggioranza semplice.
Detto questo, si può capire che una norma approvata in sede parlamentare non riesca ad essere sempre e comunque approvata dal Consiglio dell'UE.
Ma anche nel caso che ciò accada, resta il nodo delle norme applicative che ogni Stato membro deve introdurre nella propria legislazione interna affinché possano entrare effettivamente in vigore.
E in questa fase, possono essere molteplici i ritardi, le anomalie e le violazioni degli Stati membri, tanto è vero che l'Italia è da sempre in testa per mancata applicazione o applicazione parziale delle norme europee (vedi giurisprudenza della Corte Europea di Giustizia).
Possono poi esservi ricorsi interni ad un Paese per violazioni della Costituzione che possono ritardare ulteriormente l'entrata in vigore di una norma europea.
E la cosa può prendere anni.
Quindi, quando sentite al TG o leggete sui giornali che il Parlamento approva una norma, evitate di farvi prendere dal panico pensando che automaticamente sarà legge anche in Italia, perché nei fatti non è mai così e in molteplici casi non lo diventa mai o comunque non nella sua forma originaria.
 
Yvan Rettore
Questo articolo è stato pubblicato qui

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