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Laura Raffaeli, con una l: la storia di una blogger cieca e parzialmente sorda

Laura Raffaeli, con una l: la storia di una blogger cieca e parzialmente sorda

Un viso dolcissimo. Capelli lunghi e neri.
Alta, un fisichino niente male, snello e asciutto.
Un angioletto tatuato lì, dove finisce la schiena.

Ora non pensate che Laura Raffaeli sia una di quelle donne che a 50 anni, anzi 49 per la precisione, se la vedete per strada vi girate per guardarle il culo.

Laura Raffaeli è un viaggio.

Per me conoscerla è stato come raggiungere una di quelle mete profonde, un’escursione magica, un paradiso all’improvviso, uno di quei posti che appena arrivi ti lascia inevitabilmente a bocca aperta.

Laura Raffaeli non è solo una di quelle italiane di cui dovremmo essere orgogliosi all’estero, è anche 10 100 1000 piccole e grandi battaglie.

Credetemi, vi sto parlando di una di quelle persone che appena la conoscerete non potrete proprio far finta di niente. Vi potrà capitare, com’è successo a me, di leggere una frase del genere e di restare imbambolati come un bambino al luna park: "Non sono niente, non sarò mai niente, non posso volere d’essere niente. A parte questo ho in me tutti i sogni del mondo".

Laura Raffaeli è una blogger (ok, nulla di nuovo sotto il sole).
Laura Raffaeli è una disabile sensoriale, è cieca e sorda. Anzi parzialmente sorda.

Ed è quel "parzialmente sorda" che le permette di gestire i suoi blog, i suoi progetti e le sue tante battaglie: Laura non legge ma ascolta, tramite un sistema di sintesi vocale, tutte le demenzialità che scriviamo noi "abili" in giro per la Rete.

Il suo nickname è un ossimoro freddo e spietato, ed è una sola parola che raccoglie in sé tutta la sua essenza: "Blindsight", come Vista Cieca.

Ma la sua non è una blindsight qualunque. A Laura piace ricordare "di aver visto molto prima di diventare cieca e sorda parziale".

Quel prima è esattamente il 9 maggio 2002.

Passava con la sua moto quando un tizio in retromarcia le spense la luce per sempre. Ciononostante conserva ancora un po’ di musica, quel poco che le basta per provare a dare un po’ di ritmo alla sua vita e a tutte le battaglie che ha deciso di intraprendere.

Ma da allora, da 8 anni, ancora non ha ricevuto neanche un euro di risarcimento. E non vi azzardate nemmeno a chiederle dell’incidente!


Quando io ci provai mi diede una risposta del genere: "La cosa più importante da sottolineare è che sono viva grazie al fatto che avevo un casco integrale. Mi occupo anche di sicurezza stradale, collaboro con l’AIFVS associazione italiana familiari e vittime della strada, non sai quanto lotto anche per questa cosa affinché i ragazzi mettano un buon casco sulle due ruote, queste sono le cose importanti per me, oltre al fatto che mi ritengo fortunata perché è successo a me e lo dico da madre".

Capito? Collabora anche con l’AIFVS, come se non avesse nulla da fare. Come se non gestisse anche 1 sito, 4 blog, 2 profili myspace, e uno facebook. Come se non si occupasse anche di una onlus, la Blindsight Project. Come se non facesse anche delle battaglie per i cani guida.

No, questa donna non ha proprio nulla da fare.
O forse è più l’Italia che non ha nulla da fare per lei e per tutti i disabili sensoriali?

Laura ci tiene a ricordare che: i non vedenti sono gli unici a non poter guidare, ma se prendono il treno al massimo hanno uno sconto del 19%, e sono costretti a pagare il servizio disabili Trenitalia. Poi sono costretti a pagare il taxi al 100%. Poi hanno tante di quelle barriere, piccole e grandi, da quelle architettoniche, in giro quando passeggiano, al "Captcha", quel codicino che a noi sembra così semplice inserire, ma che per una come lei, che naviga in Internet con un sistema di sintesi vocale, è paragonabile a dieci montagne da scalare.

Comunque sono convinto che se lo Stato facesse solo la metà di quello che chiede e che fa Laura, forse ora vivremmo in un Paese perfetto.

Ma credetemi, sono riuscito a parlarvi solo di una parte di Laura, il resto del viaggio non vi resta che farlo da voi, con le vostre gambe, anzi con il vostro mouse.

Una sola raccomandazione: se volete mandarle una mail in privato, per salutarla o per altro, attenzione a come scrivete il suo nome.

Si chiama "LAURA RAFFAELI".

Non fate come me, che quando le scrissi che volevo provare a raccontare la sua storia, la storia di "Laura Raffaelli" mi scrisse in una mail di risposta:

"LAURA RAFFAELI, CON UNA L".

www.blindsight.eu
www.lauraraffaeli.blogspot.com
www.blindsight6.blogspot.com
www.prajaifvs.blogspot.com
www.blindsight.iobloggo.com
http://www.myspace.com/blindsightproject
http://www.myspace.com/ibernauta
 

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