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Latte con veleno. Occhio alla diossina

In Italia ci sono territori altamente industrializzati in cui le mamme allattano i figli e non sono consapevoli che il proprio latte contenga diossine.

Latte con veleno. Occhio alla diossina

Le diossine sono sostanze pericolose e cancerogene che vengono trasferite ai neonati – tramite latte materno – in quantità enormemente superiori alla soglia di tollerabilità indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che è un’agenzia dell’ONU specializzata nella salute.

L’aumento notevole dell’incidenza di tumori in bambini molto piccoli suggerisce una considerazione: le cause scatenanti dei tumori in questa fascia di età vanno ricercate con molta attenzione.

Il latte materno contenente diossine – e di cui molte mamme non sono consapevoli - potrebbe essere una delle cause di tali patologie infantili.

Come è possibile che ci siano diossine nel latte materno?

Le diossine si trovano nei fumi degli impianti di incenerimento dei rifiuti urbani e clinici e nei fumi delle acciaierie. Una volta immesse nell’ambiente le diossine possono accumularsi nel suolo, essere trasportate dalle acque superficiali e raggiungere la fauna ittica oppure accumularsi in vegetali a foglia larga.

Facciamo un esempio. I bovini brucano l’erba, le diossine vengono assimilate dagli animali e conservate nei tessuti adiposi. Attraverso la mungitura dei bovini le diossine vengono eliminate con il latte.

Lo stesso accade per gli esseri umani. Le diossine quindi possono entrare nel corpo umano attraverso gli alimenti ed essere conservate nella parte grassa dei tessuti per lungo tempo. Le diossine hanno la capacità di infiltrarsi negli alimenti proteici come carne, uova e latte e pesce.

Si accumulano nell’organismo e vengono trasmesse ai figli durante la vita fetale e poi durante l’allattamento.

Proprio come accade per i bovini, il latte materno rappresenta la via più importante per l’eliminazione delle diossine.

Allattare a volte vuol dire iniziare un processo di avvelenamento.

Livelli inquietanti di diossina sono stati riscontrati nel latte di giovani mamme in diverse città italiane, come a Taranto, a Montale (Pistoia) e a Borgo Valsugana (Trento).

A Taranto, dove la causa principale dell’emissione di diossine è l’Ilva, uno dei maggiori complessi industriali per la lavorazione dell’acciaio in Europa, tre donne si sono sottoposte volontariamente nell’aprile 2008 all’analisi del latte materno. Ne è emerso un dato sconcertante: ai neonati è trasferita una dose giornaliera di diossine 25 volte superiore alla soglia di tollerabilità indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

A Montale, in provincia di Pistoia c’è un inceneritore che brucia 150 tonnellate di rifiuti al giorno. Diossine sono state riscontrate in due campioni di latte materno fatti esaminare a proprie spese dal Comitato contro l’Inceneritore di Montale nell’estate del 2009

A Borgo Valsugana in provincia di Trento c’è un’acciaieria che emette quantità altissime di diossina. Nel maggio 2010 è stato deciso insieme all’Azienda provinciale per i servizi sanitari di effettuare un monitoraggio sul latte materno su un campione di gestanti residenti da almeno dieci anni a Borgo. Partirà anche un programma di biomonitoraggio dei metalli su urine e capelli di bambini abitanti a Borgo sin dalla nascita.

Esami condotti su un numero limitato di campioni pur non assumendo una valenza scientifica assume un chiaro significato di denuncia e di allarme.

È urgente avviare procedure di informazione capillare e di screening gratuito su mamme e neonati che vivendo in queste zone industriali a rischio, vanno tutelati.

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