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La zavorra

Non dimentichiamoci che i problemi occupazionali incidono sulle condizioni di salute. La perdita del lavoro ha conseguenze negative sull'organismo e può costituire causa di malattia seria”.

Chi mai avrà rilasciato in queste ore questa dichiarazione? Il Papa? No. Il Santo Padre Pio risorto? Nemmeno. Qualche precario, disoccupato, inidoneo al limite della sopportazione umana? Macché.

Tenetevi forte: la dichiarazione che avete appena letto, è fuoriuscita in queste ore dalla bocca –e la mente- di Renato Balduzzi, attuale Ministro della salute. Che intervistato dal Corriere, relativamente la chiusura dell’Ilva, ha messo a fuoco uno dei cardini di questo sistema scardinato: cosa accade agli esseri umani quando essi vengono vessati con qualsivoglia poliedrica forma e senza mai che coloro che dovrebbero garantire un minimo di dignità, si preoccupi delle conseguenze, persino organiche appunto, di coloro che si mandano al massacro.

Le dichiarazioni del Ministro Balduzzi, in questo periodo, devono essere ben riflettute.

Balduzzi è lo stesso personaggio che dichiarò alla nazione l’avvento di una nuova patologia: la Ludopatia. Aberrante misfatto ereditato da un enorme misfatto creato ad hoc dal sistema statale italiano. Che dal momento che decise –per batter maggiormente cassa– di rendere il gioco d’azzardo legale ed alla portata di tutti, ha creato la patologia che affligge ormai milioni di drogati da gioco istantaneo.

Certe “statistiche”, è bene saperlo, allo Stato non interessano in quanto a risoluzione della problematica relativa, quanto a maggior gettito attraverso altre forme che vedono sempre protagoniste le istituzioni.

Così, dichiarando l’allarme “Ludopatia”, nel frattempo si tirano i conti di quanto si possa guadagnare poi dalle “cure” da fornire: Centri di igiene mentale, farmaci e compagnia briscola.

Cinico, ma incredibilmente reale.

La maggior parte della nazione Italia intesa come cittadinanza per lo Stato, è una zavorra. Finché questa “zavorra” può perfino rendere, allora viene mantenuta in vita. Altrimenti, via. Si apre la grande bocca dell’inceneritore, e si getta dentro l’inutile fardello umano.

I metodi? Diversi. Si passa dal far suicidare per disperazione al far morire per abnegazione ad un senso bislacco di onestà. Che nel nostro Paese è l’ultima cosa a mantenere sano chi ne voglia percorrere il cammino.

Così, ecco che la recente dichiarazione di Balduzzi sugli effetti deleteri sulla salute per la perdita del lavoro, può esser letta anche come una nuova fonte di dati utili per trarre profitto dalle nuove schiere di “malati” da sistema colpevole.

Creerà forse una nuova patologia, chiamata magari “precariopatia” o “disoccupatia”… Da curare. Con il “sostegno” delle amiche industrie farmaceutiche che, “grazie” alle nuove patologie, si garantiranno sempre maggiori proventi.

Vorrei peraltro ricordare una piccola nota: nel precedente governo, l’allora ministro della salute Sacconi fu ad un certo punto sollevato dal suo incarico, perché la moglie è dirigente di Federfarma. Ed è ovvio che due più due, facendo sempre quattro, abbia fatto pensare a molti –compresa la sottoscritta– alla moltitudine di interessi “comuni” fra ministero della sanità, Federfarma e cittadini italiani. Possibilmente, malati.

Zavorra è l’unico termine utilizzabile con coerenza.

Se fosse diversamente, ogni governo avrebbe fin qui operato per il bene della comunità, per il sostegno delle fasce deboli, per far sì che –finalmente– la patrimoniale fosse realtà in un paese che invece attinge sempre da coloro che con disprezzo peraltro, sono sempre chiamati a partecipare economicamente agli sfasci inferti da altri ed altro.

Provate a pensare: disabili, anziani, esodati, inidonei… Zavorre. Da tenere in vita finché c’è ancora qualcosa da spremere. E poiché certe fasce sociali sono le più avvezze ad esser vessate e spremute, ecco che il misfatto continua ad avvenire.

Leggete i commenti che un paio di persone hanno lasciato a questo mio articolo sui docenti inidonei: vi renderete conto che il senso della “zavorra” non si limita a chi amministra la nazione. Quando spesso ho illustrato i nuovi metodi del genocidio di Stato, non credo di esser andata troppo lontano dalla realtà.

Esistono molti e poliedrici mezzi per esercitare un regime intangibile che abbia potere di vita o di morte: ne possiamo tutti valutare l’applicazione.

La soluzione, come sempre, ci sarebbe. Ed è da trovare in un impeto nazionale che faccia passare i cittadini contribuenti da attori passivi ad attivi. Ma questa è la trama di un film mai realizzato. La gente viene fiaccata molto prima che il germoglio di questo pensiero possa far capolino in una qualche parte del cervello.

Peccato.

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