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La visione dell’ambiente nella Legge di Stabilità

Una delle norme più pubblicizzate nella legge di stabilità è quella che rende i manager delle società pubbliche responsabili delle performance delle stesse.

Così se tu, sindaco o assessore, assumi nella società dei rifiuti o dei trasporti l'amante, la moglie, il camerata, il parente e poi l'azienda ha i conti in rosso, niente bonus e sei pure licenziabile.

Peccato che nella stessa legge di stabilità sia presente un emendamento che allunga i tempi sulla raccolta differenziata: si allunga di 4 anni il termine per cui i sindaci dovranno arrivare al 65% della differenziata: da il fatto quotidiano

Nel ddl ambiente collegato alla legge di stabilità approvato dal Consiglio dei ministri venerdì scorso è spuntata una sanatoria per i comuni che non hanno rispettato gli obiettivi di raccolta differenziata stabiliti dalla legge 152/2006.
L'articolo 18 sostituisce
le scadenze e le deferisce nel tempo, sgravando di riflesso da eventuali azioni di responsabilità gli amministratori che, nel frattempo, non li hanno rispettati. E' appena successo a Recco, dove sindaco e assessori sono stati condannati dalla Corte dei Conti a risarcire un milione di euro di tasca propria. Ma ecco il "pronto soccorso" del governo: il tetto del 65%, che doveva essere conseguito l'anno scorso, slitta di quattro anni e arriva al 2016. Il provvedimento accorda anche il raggiungimento in “comode rate” dei livelli successivi previsti dalla legge del 2006 e che altri Paesi d'Europa, più civili, hanno raggiunto da anni. Un favore ai sindaci ma un danno all'ambiente e ai contribuenti che già dovranno sobbarcarsi 100 milioni di sanzioni europee in arrivo. E ora vedono ulteriormente a rischio la possibilità di centrare l'impegno di arrivare entro il 2020 al 50% di riciclo. "Una vergogna", protestano gli ambientalisti che si preparano a dar battaglia alla Camera. 

Un regalo ai sindaci che in questi anni non si sono preoccupati dell'ambiente, alle ecomafie, ai proprietari delle discariche.

La visione che ha questo governo (come i precedenti) dell'ambiente, come anche della cultura, non è quella di una risorsa che potrebbe contruibuire alla crescita dell'economia del paese e al benessere.

L'ambiente va bene solo che ci si può costruire sopra, vedi legge salva stadi. O vedi i fondi concessi alle autostrade come la Orte Mestre.
La cultura va bene come poltronificio: la cultura non dà da mangiare, ma fa mangiare gli amici.

Foto: Emilian Robert Vico/Flickr

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