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La verità sull’11 settembre: la vera chiave di volta c’è, ma nessuno ne parla

Era il 7 Maggio del 2004 quando giunse la notizia, non sorprendendo nessuno perché rapimenti e decapitazioni erano all'ordine del giorno, che un ragazzo americano di 26 anni era stato brutalmente decapitato in Irak da Abu-Mus'ab al- Zarqawi. 

Quest'ultimo come tutti saprete era considerato l'uomo di Bin Laden e di Al Qaida in Iraq; e qualche anno dopo, l'ipotetico omicida del ragazzo, morì in seguito ad un bombardamento americano. 
 
Cosa c'è di strano vi chiederete e cosa diavolo c'entra con l'infinito mistero dell'11 settembre
 
Il ragazzo americano si chiamava Nicholas Evan Berg ed era un giovane imprenditore esperto di telecomunicazioni, tanto è vero pare che si trovasse nella pericolosa Iraq proprio per motivi lavorativi. 
 
Ma facciamo ora un passo indietro. 
 
Qui non si discute sulle innumerevoli ipotesi dell'11 settembre, se sia vero, pilotato oppure no; qui espongo semplicemente un fatto che non è mai stato chiarito e nemmeno i siti dediti agli più sfrenati complottismi ne hanno dedicato una pagina.
 
Come tutti sappiamo, ci sarebbe stato un quinto aereo che avrebbe dovuto colpire la Casa Bianca, ma il pilota dirottatore non riuscì nell'intento. Il pilota mancato sarebbe stato un certo Zacharias Moussawi e lo avrebbe confessato lui stesso nel tribunale di Virginia.
 
Ebbene lui confessò anche un'altra cosa interessante: aveva mandato, per realizzare il progetto Kamikaze, migliaia di mail utilizzando la password di un'altra persona.
 
Tenetevi forte perchè la persona che gli prestò la sua password fu proprio Nicholas Berg, il ragazzo che poi sarebbe stato decapitato in Irak dal gruppo di Zarqawi.  Questo ragazzo raccontò all'FBI che prestò per cortesia la sua password al Kamikaze Mossawi. Voi lo fareste? Io no. Ma pare che per l'FBI basti per rilasciarlo. 
 
Non so voi ma a me c'è qualcosa che non torna: lui che ha fatto un favore agli uomini di Al Qaida in America, finisce nelle mani di Al Qaida in Iraq. Coincidenze straordinarie, non trovate?
 
La famiglia ancora oggi urla giustizia e verità perchè secondo loro il figlio è stato ucciso dagli USA stessi e, pensate, il regista Michael Moore li va ad intervistare per il famoso film documentario Fahrenheit 9/11: ci ripensa e decise all'ultimo di tagliarla nel montaggio finale.
 
Una piccola storia tenuta nascosta e poco approfondita ma che potrebbe rivelare la verità sul quel famoso 11 Settembre.

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