La vergogna del voto segreto
In un parlamento che alcuni vorrebbero ancora definire democratico, cioè dove ogni parlamentare dovrebbe agire con assoluta trasparenza per rendere conto ai suoi elettori del modo in cui li rappresenta con le sue azioni e le sue scelte, il ricorso al voto segreto è una manifestazione di "vigliaccheria morale".
Esercitando il voto segreto il parlamentare dimostra tutta la sua tracotanza nel negare proprio all'elettore, che gli ha conferito il mandato, di conoscere come lo stia rappresentando. Purtroppo, anche per colpa del maledetto "porcellum", a questi sedicenti "rappresentanti del popolo" che occupano i due rami del parlamento italiano, non interessa affatto il giudizio che gli elettori possano farsi del loro operato perché la loro unica e vera preoccupazione è solo quella di accontentare il "capo bastone" per potersi assicurare benefici ed un posto sicuro nelle liste elettorali di domani.
In teoria potrebbe sembrare, però, che oltre a consentire al "codardo morale" di sfuggire al giudizio degli elettori, il voto segreto permetterebbe di raggirare anche il controllo del "capo bastone" impedendogli di verificare se la sua volontà di capo assoluto sia rispettata da tutti i suoi "subordinati".
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