• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > La sorella di Mark Zuckerberg contro la dipendenza da social (...)

La sorella di Mark Zuckerberg contro la dipendenza da social network

Il suo cognome potrebbe dire tutto ma non è così. Lei è Randi Zuckerberg, sorella del più famoso Mark con il quale ha collaborato fino al 2011 in qualità di direttrice marketing di Facebook, ora diventata un imprenditrice indipendente.

Randi, il prossimo 5 novembre arriverà nelle librerie americane con un libro illustrato per bambini che spiega i pericoli di abuso di utilizzo di Internet e la dipendenza da social network.

Il libro si intitola “Dot”, e prende il nome dalla sua piccola eroina, una bambina che come tante è totalmente assorbita dal proprio smartphone/tablet. Il libro nasconde una morale semplice ed evidente che la stessa autrice spiega così:

"Dot ama davvero la tecnologia. Va matta per le sue applicazioni, ma una leggera inversione della situazione gli ricorda che la vita è molto più bella senza schermo."

Si sa, educare i propri figli nell’era dei social network e di una tecnologia mobile in così continua evoluzione non è cosa semplice, per questo la stessa Randi Zuckerberg ha scritto anche una versione per adulti del suo libro intitolato “DOT Complicated” in cui spiega come “capire la tecnologia e come questa influenzi e informi la nostra vita, se si è online oppure no", senza arrivare obbligatoriamente al divieto.

"Parenti serpenti", direte voi, ma l’iniziativa di Randi sembra quasi una piccola rivalsa personale. Non tutti infatti sanno che anche la sorella del creatore di Facebook è cascata in quella rete intricata che è il sistema di gestione della privacy del più famoso social network del mondo.

Lo scorso dicembre infatti la Zuckerberg postò sul suo profilo una foto di famiglia, fratello famoso compreso, che rese visibile solo agli amici. Poco dopo la foto fece il giro del web mandando su tutte le furie Randi che commentò così il fatto: “Non si tratta di impostazioni della privacy ma di decenza umana”.

 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares