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La retorica del sogno: tra mirabolanti promesse, nuovi profeti e “reale fattibilità”

Quanto è utile e proficuo per una cittadinanza percorrere un sogno politico? Qual è il limite per i politici che suscitano tale sogno, pur di servirsene a fini propagandistici?

In ogni tornata elettorale che si rispetti, ogni candidato Sindaco dovrebbe essere teoricamente chiamato nei confronti della cittadinanza alla quale chiede la fiducia, in primis a esplicitare da subito i suoi indirizzi politico-amministrativi.

Poi, almeno nelle linee generali, indicare quale strada percorrere per portarli a termine e con quali strumenti economici. Spessissimo, tali improrogabili doveri politici, nonchè morali, cedono il passo al fascino dell’auspicio, pur legittimo, di suscitare o produrre un cambiamento. Novità, rinnovamento, nuovo corso, taglio con il passato a precindere dalla qualità e dai risultati di esso. Insomma, la retorica della comunicazione pare prevalere. Trasmettere un’immagine, far trasparire la possibilità di sollevare e riscrivere il presente. In breve “far sognare”.

Tale opzione appare tanto più praticabile e attrattiva, quanto più trova condizioni favorevoli in un contesto economicamente fragile e socialmente da riscattare. A Sora, la campagna elettorale che stiamo vivendo è prorprio all’insegna del sogno. Si promette di tutto, con qualunque mezzo disponibile: dalla piscina olimpionica, al polo tecnologico del design, ai parchi pubblici (non si capisce però dove localizzati), alle ambigue guardie volsche di matrice padana, ma anche alla città intercomunale, alla wi-fi libera.

Si comunica di avere tutte le carte in regola per cambiare anche le problematiche di carattere strutturale e più difficoltose. Si vuole rompere drasticamente con la realtà, a tutti i costi, proiettare magnifiche e percorribile vie lastricate di opportunità, anche a costo di nascondere la loro irrealizzabilità o poca fattibilità.

Ma un amministratore che sia veramente tale o che almeno aspiri ad esserlo, è esonerato dal rompere drasticamente dalla realtà, non esplicitando le innumerevoli variabili e le condizioni basilari che si frappongono tra l’attività amministrativa e tale proiezione

A nostro giudizio no, anzi tutto il contrario: riteniamo infatti che il “domani” possa essere migliore solo se si abbia l’onestà e la consapevolezza delle problematiche che si vanno ad affrontare e su cui si deve incidere. Onestà che deve rispecchiarsi nel messagio che si va a dare ai cittadini. Non si possono nascondere le problematiche, non si possono tantomeno negare i limiti che l’attività di governo ha o può incontrare.

Altrimenti il rischio, più volte divenuto realtà, è quello di scivolare nell’utopia o nel populismo, e far risvegliare i sognanti e fiduciosi cittadini in un incubo, come già la città di Sora ne ha vissuti e che ora vive in alcuni delicati settori. Non ci si capacità come, in un periodo di ristrettezze economiche e di crisi finaziarie, più che consolidare le basi presenti, si giochi, come abili broker di borsa, a vendere sogni.

Nessuno, e sottolineamo nessuno, mostra il coraggio di mantenere un basso profilo, nessuno sente il bisogno di spiegare il presente per programmare il futuro. Anche per questo la nostra coalizione vuole rompere con gli schemi passati di fare politica.

Non ci si può permettere il lusso di dimettersi dalla realtà senza guardarla in faccia ed affrontarla. Neppure si può dichiarare di poterla chiudere a proprio piacimento in virtù delle proprie millantate capacità.

Il sogno infatti, cari cittadini è una condizione di riscatto, se è elemento propulsivo accanto ad un governo stabile e concreto, solo se ad esso si accompagnino tutte le direttive di realizzazione. Ma dove sono nei programmi elettorali?

Solo chi è consapevole ed onesto con la realtà, può realmente aspirare a produrre un cambiamento. Per gli altri non vi è che una fuga dalle proprie responsabilità. Questo per noi vuol dire ”cambiamento”.

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