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La relazione della DIA e la situazione delle mafie nel Friuli Venezia Giulia

Da poche settimane è disponibile la relazione dell'attività svolta e dei risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia nell'azione di contrasto ai fenomeni mafiosi sviluppata nel periodo compreso tra il 1° luglio e il 31 dicembre 2014, ovvero il secondo semestre del 2014. 

Anche per il secondo semestre del 2014 il report che attiene alla ripartizione regionale delle segnalazioni SDI per associazione di tipo mafioso ex art. 416 bis cp vede il Friuli Venezia Giulia con zero segnalazioni, una sola era invece nel 2013. Ma quello che la DIA scrive, in merito soprattutto alle attenzioni che sussistono da parte delle mafie nella regione, deve alzare certamente il livello di monitoraggio, prevenzione e contrasto. 

In FVG si registrano presenze di soggetti legati a sodalizi siciliani che, mantenendo un basso profilo, reinvestono capitali illeciti in vari settori imprenditoriali, come dimostrano le misure ablative eseguite nel corso degli anni. Il 31 luglio 2014, a Trieste, la DIA ha eseguito un provvedimento di sequestro avente ad oggetto titoli di credito e contratti per un fondo di investimento, nei confronti del titolare di una catena di supermercati, contiguo a cosa nostra agrigentina. Ma si è verificato anche il sequestro dell'intero capitale sociale, del connesso complesso di beni aziendali e del relativo conto deposito a risparmio di una società con sede in Tavagnacco (UD), eseguito nei confronti di un soggetto mafioso appartenente a mandamento di Resuttana (PA).

In merito alla 'ndrangheta si scrive, guardando al Vento e Friuli Venezia Giulia che "le regioni potrebbero essere minacciate dalla criminalità organizzata calabrese, soprattutto ai fini del reinvestimento di proventi illeciti e dell'intromissione nel sistema degli appalti. Tra le opere di maggior rilievo che riguardano il Friuli Venezia Giulia si segnalano la costruzione della terza corsia dell'autostrada "A4" e delle infrastrutture connesse e collegate. Inoltre, potrebbe essere appetibile per la criminalità organizzata il previsto ampliamento del porto di Trieste, attraverso la realizzazione di una moderna piattaforma logistica. Mentre non si escludono possibili presenze di elementi collegati alla criminalità calabrese in provincia di Gorizia, con particolare riferimento al Monfalconese, eredità del fenomeno migratorio verso un'area che attirava mano d'opera nel periodo del boom economico italiano. La maggiore concentrazione di soggetti verosimilmente riconducibili e/o vicini alla 'ndrangheta si trova nel versante orientale veneto". Ed i nomi delle famiglie 'ndranghetiste che possono mirare alla regione sono vari, dal crotonese, al vibonese, al reggino. 

La DIA sottolinea che "non si escludono possibili intese per delinquere tra soggetti di origine calabrese che operano nelle vicine province emiliane e lombarde. Le proiezioni 'ndranghetiste potrebbero essere attive soprattutto nel comparto delle costruzioni (edilizia ed altro), del traffico di sostanze stupefacenti e nella compromissione di taluni rapporti d'impresa". In merito alla camorra, invece, si rileva che "per la sua peculiare collocazione geografica il Friuli Venezia Giulia ha un ruolo di crocevia strategico per i traffici illeciti di merci, armi e sostanze stupefacenti gestiti da autentiche holding criminali, costituite da organizzazioni criminali italiane, dei paesi dell'est e del centro Europa.

L'economia della regione si presta per attività di reinvestimento di capitali illeciti nei settori del commercio di capi di abbigliamento, ristorazione ed attività ricreative. Le maggiori presenze di pregiudicati campani si sono registrate in provincia di Udine, nella Valcanale e nella zona di Lignano". In totale 317 sono state le operazioni finanziarie sospette denunciate nella regione, e 31 i soggetti denunciati/arrestati in FVG per i reati di corruzione e concussione nel periodo di riferimento di cui alla citata relazione.

(Immagine: Flickr/kuknauf)

 

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