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La protesta scende in piazza contro l’inutile Ddl Calabrò

Ieri qualche migliaio di persone ha protestato contro la legge sul testamento biologico che la maggioranza vorrebbe approvare, il cosiddetto "ddl Calabrò". Al di là delle varie posizioni presenti in piazza, al di là dei toni più o meno condivisibili della protesta, non posso che condividere le ragioni di quella protesta.

Il ddl Calabrò è, infatti, la classica legge fatta per "cambiare per non cambiar niente". Non solo per i motivi ottimamente illustrati da Ignazio Marino, chirurgo d’eccellenza e senatore PD, nella sua intervista ad Annozero di qualche tempo fa: ovvero che, se il ddl passerà, i cittadini potranno sì fare testamento biologico, ma non potranno rinunciare con esso ad idratazione/alimentazione forzata (cosa che non esiste in nessun Paese al mondo dov’è previsto il testamento biologico), perchè "non è assimilabile a terapia, dunque non può essere tolta ad un paziente", nemmeno se espressamente la rifiuta.

Una posizione incoerente con l’idea stessa di testamento biologico (mi riconosci la possibilità di morire ponendo fine alle terapie, ma poi mi costringi ad alimentarmi/idratarmi, dunque non mi fai morire), ma anche sbagliata, dato che per inserire un sondino occorre una operazione chirurgica, e devono essere assimilati dei farmaci insieme alle sostanze nutritive: e non sono queste terapie e interventi? Con questa legge, insomma una Eluana non potrebbe avere diritto alla fine delle terapie.

Inoltre, il ddl Calabrò prevede l’impossibilità per una persona, una volta effettuati su di esso gli interventi che lo mantengono in vita, di rifiutare ad essi successivamente se rimane cosciente: con questa legge, dunque, un Welby, perfettamente cosciente, non potrebbe richiedere il distacco del respiratore artificiale, perchè gli è stato già inserito.



Ma che assurdità!




Ma, ripeto, non solo per questi motivi. Anche per un altro motivo, davvero inconcepibile: la non obbligatorietà del testamento biologico. Ovvero, se il medico non riterrà opportuno "staccare la spina", la volontà del paziente non conterà niente. Ma allora che diavolo la si è fatta a fare questa legge? A che è servito l’estenuante e sofferto dibattito politico e nella società italiana? A che è servita la battaglia del padre di Eluana? A niente.

Non so a quanto possa servire un referendum abrogativo. Perchè tanto abrogherebbe il nulla. Ma se servirà a risvegliare le coscienze degli Italiani, e a spingere per una legge seria sul testamento biologico, si faccia tutti i referendum possibili e immaginabili. Siamo abituati alla propaganda e agli spot del Governo, privi di concretezza, ma qui stiamo parlando dei diritti delle persone, e non servono le leggi inutili.

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