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La non vigilanza della Banca d’Italia


Le banche sono una di quelle istituzioni a cui un paese civile e moderno non può rinunciare ed ognuno di noi ne è a conoscenza.

Sono il sostegno e l’ossatura che permette a privati ed imprese di programmare investimenti e portare di conseguenza lo sviluppo di un paese moderno.

L’attività delle banche naturalmente deve essere svolta con modalità trasparente verso i clienti (privati, imprese o enti pubblici) ma anche verso chi svolge attività di vigilanza sugli istituti bancari (Banca d’Italia), permettendo che tutto si svolga senza rischi per chi si rivolge ad esse.

Con modalità trasparente intendo dire che nel rapporto instaurato tra utenti ed istituti di credito occorre che vengano inseriti tutti quei criteri di garanzia che possano indirizzare l’utente verso quei prodotti più adatti alle proprie esigenze, avendo totale visibilità sulle sue eventuali esposizioni. Inoltre l’istituto bancario dovrebbe dare un supporto tecnico tale da fare scelte oculate e il più possibile alla portata dell’utente finale.

Detto ciò ritengo che negli ultimi anni in Italia sia accaduto quanto in un qualsiasi paese democratico avrebbe fatto saltare in aria gli amministratori dell’intero sistema creditizio.

Caso Parmalat e Bond argentini hanno dimostrato quanto gli istituti bancari abbiamo totalmente lavorato in assenza assoluta di trasparenza negando agli utenti la possibilità di fare una libera scelta. Inoltre in molti casi hanno presentato agli utenti una realtà totalmente distorta ed opposta a quanto fosse la realtà al fine di recuperare gli errori degli investimenti compiuti in precedenza da codesti istituti.

In entrambi questi casi oggi diventati giudiziari, si evince una grave mancanza della Banca d’Italia che incaricata della vigilanza ha ‘volontariamente’ chiuso gli occhi su quanto stava accadendo soprattutto perché quanto accaduto si è svolto in tempi estremamente lunghi e l’evidenza era davanti agli di tutti.

Nei compiti di controllo della Banca d’Italia è fondamentale l’istituto della vigilanza come strumento principalmente di prevenzione, nei confronti delle banche a cui risultano anomalie nella loro gestione o nel loro assetto tecnico organizzativo, poi di intervento e recupero delle distorsioni rilevate.

Tornando ad oggi riscontro un’altro caso di mancanza di trasparenza che le banche stanno attuando verso cittadini ed imprese.

Nonostante un mercato finanziario in burrasca senza punti di appiglio solidi, senza immediate prospettive di crescita, il costo delle materie prime alle stelle, l’inflazione che ha travolto i paesi dell’occidente, il costo del denaro in Europa al punto più alto da 5 anni a questa parte si ostinano a proporre prestiti a tasso variabile, in molti casi consigliandolo ancora come preferibile nei confronti del tasso fisso.

Purtroppo l’utente meno preparato e quindi l’utente comune ancora oggi si fida e quindi si affida totalmente alle proposte scandalose degli istituti di credito.

A questo punto dopo quanto successo con i mutui insolventi negli Stati Uniti e la corrente demolitrice che viene appresso che ha portato anche in Italia tantissime famiglie ed imprese a non poter onorare la rata mensile del mutuo, chiedo alla Banca d’Italia perché non interviene nel suo compito di prevenzione e controllo.

Dov’è l’azione di vigilanza presente nel suo statuto che non viene messa in atto?

E’ possibile che gli istituti bancari abbiano ancora oggi dopo quanto sta accadendo nel mondo ed in Italia l’opportunità di condurre i propri clienti verso scelte inopportune in questo momento e magari più remunerative per loro stesse?

Ciò significa che dobbiamo mettere un controllore anche per la Banca d’Italia?

Certo,no, ma qualche nostro politico potrebbe attivarsi al fine di evidenziare quanto sta accadendo, perché non lo fanno?

 

 

 

 

 

 

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