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La moda dice addio ad Anna Piaggi

Un altro tassello della moda viene a mancare, dopo la morte, improvvisa, della fashion victim più famosa del mondo, Zelda Kaplan, anche la penna d'oro dell'haute couture, Anna Piaggi, ci lascia all'età di 81 anni nella propria abitazione di via Cappuccio.

Nata a Milano nel 1931, Anna Piaggi sposò il fotografo Alfa Castaldi nel 1962 divenuto poi suo collega a Vogue.

Inizialmente, nei piani della Piaggi non esisteva la moda, nasce come traduttrice per Mondadori finendo poi col collaborare con Panorama e l'Espresso ma la sua passione per la moda e per il vintage ha fatto si che approdasse a Vogue Italia e di dar vita alla sua, famosissima, rubrica "D.P. Doppie Pagine"

Anna viene consacrata icona fashion della moda mondiale nel 1986 quando Karl Lagerfeld la renderà la sua musa per un libro dedicato alla sua eccentricità, Anna Chronique. «Anna inventa la moda. Nel vestirsi fa automaticamente quello che noi faremo domani» dichiarò il Kaiser Lagerfeld.

Mister Lagerfeld non aveva sbagliato a riguardo, Anna dettava tendenze, le inventava e le distruggeva. Era in grado di anticipare gli stilisti. Tanto che il fotoreporter del New York Times Bill Cunningham diceva che era «l'unica italiana che valesse la pena fotografare sul red carpet».

Il Victoria & Albert Museum di Londra, nel 2006, le dedicò la mostra "Anna Piaffi Fashion-ology" esponendo 265 paia di scarpe personali e 3000 dei suoi. "Fashion-ology" altro non era che la traduzione di modalogia, termine coniato dalla stessa Anna Piaggi con rimembranze della "mitologia". Mitologia, come in fondo, si intitolava una delle più famose "Doppie Pagine" della penna d'oro.

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