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La marcia delle vedove bianche a Bologna

Donne che sfilano, meste e silenziose. Mogli, compagne, figlie di uomini che un giorno stanchi di sentirsi messi alle corde decidono di togliere il disturbo, lasciando un gran vuoto e una grande disperazione intorno.

E' successo il 5 maggio a Bologna, città nella quale si sono chiamate a raccolta le donne vittime dei suicidi di stato. Ci vuole un gran coraggio per farla finita, altrettanto per chi rimane e deve districarsi, dimenarsi per guardarla in faccia la vita, ancora più difficile, priva di quegli affetti che ora non ci sono più. Cosa stiamo diventando?Dove stiamo andando? Suicidi trasformatisi in breve in fenomeno di massa.

Una dimostrazione a muso duro a istituzioni sorde che non recepiscono, che non fanno nulla e alzano le mani in nome di una crisi che ha cambiato abitudini, modo di vivere e disgregato nuclei famigliari, logorato quel minimo di speranza necessaria per tirare la carretta, per continuare a dire che forse non tutto è perso.

Tragedie, lutti. La nostra società sembra assuefatta anche a questo, mentre l'indifferenza regna sovrana e la perdita di una vita, di tante vite non fa più testo... e ancora una volta tocca alle donne, presenza invisibile, vestire il lutto, chiudersi il dolore nel petto, raccogliere il dolore e tentare di cambiare un mondo carico di cinismo, che ha perso la sua umanità e che di questo passo si avvierà inesorabilmente verso un lento declino, specie ora in un momento pieno d'incertezze dove ti svegli al mattino e non si sa come sarà la giornata e se si arriverà fino a sera.

Possono i soldi avere più valore di un uomo? 

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