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 Home page > Tribuna Libera > La maglietta della salute di Maurizio Landini

La maglietta della salute di Maurizio Landini

Trovo che per ora sia uno dei messaggi più belli e positivi del 2011.

Il segretario generale della Fiom ha una tale disinvoltura nel farla fuoriuscire dalle camicie, dalle magliette o da tutto ciò che indossa, che sembra quasi l'ostenti.
 
Quella magliettina bianca, "della salute", come dicevano le nostre nonne, sembra fare il verso al vuoto conformismo incravattato di chi, politico o imprenditore, spesso cerca di imporre un'idea o una scelta, piuttosto che discuterla o condividerla.
 
Mi è piaciuto molto la sua intervista a "Che tempo che fa" di sabato sera, in particolare il passaggio in cui, sintetizzando, spiegava che Marchionne era la Fiat e i suoi interessi, lui invece l'Italia e i suoi metalmeccanici, e quindi non solo Mirafiori, ma anche Melfi, Cassino, Pomigliano o Termini Imerese.

Forse sarà anche un sindacalicchio, uno di quelli che (vedi Bertinotti o Cofferati) fa leva sul suo ruolo rappresentativo ora per sfruttarlo in politica poi; fatto sta che, oggi come oggi, credo si senta la mancanza di personaggi come Landini nel centrosinistra italiano, uno di quelli severi, che si incazza per davvero, uno di quelli che ha sempre il viso imbronciato, proprio a dire o a significare "Qui non c'è niente da ridere".
 
Dopo l'orecchino di Vendola, che Nichi non toglierà mai, "sarebbe come camuffarsi"(dichiarò alle Iene"), sarei curioso di vedere il segretario della FIOM difendere i diritti di tutti i cittadini, e non solo quelli dei lavoratori, magari a Montecitorio o a Palazzo Madama: magari con quella magliettina bianca della salute onnipresente, come a segnare una linea di demarcazione con il passato, un segno di coerenza, la metafora di come tutto sia possibile e di come tutto possa cambiare, a prescindere dai bacchettoni rifatti e superlaccati, dalle maschere di plastica di quei politici, imprenditori, ministri, banchieri o economisti, che credono che il vero potere sia nell'immagine, prima di tutto.

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