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La legge elettorale, le quote rosa ed altri intrallazzi

 
Una legge che ha pessimi presupposti non può, generalmente, trasformarsi positivamente con qualche espediente di dubbia utilità e valore democratico. Le quote rosa, paventate come un segnale di maggior sensibilità verso le donne, nel momento di concretizzarsi hanno dato fastidio a quei quattro intrallazzatori che controllano i partiti nazionali e nominano i loro portaborse in Parlamento; infatti nel corso delle votazioni a scrutinio segreto svoltesi alla Camera lunedì 10 marzo, nonostante le dichiarazioni di facciata, la mozione favorevole all’introduzione di una quota obbligatoria di donne nelle liste elettorali, alla fine è stata bocciata, credo proprio da un voto bipartisan.
 
I quattro “galoppini”, che controllano le nomine nei collegi elettorali, non vogliono essere intralciati da leggi che intralciano i loro affari e, quindi, quote rosa (e perchè no, quote gay, quote per i giovani, quote per gli anziani ecc. ecc.) creano solo vincoli per chi gestisce il potere. Meglio le dittature, almeno quelle non si nascondono dietro un dito, eliminano ogni opposizione, come fenomeno antinazionale o antirivoluzionario e forse vi sono meno raggiri.
 
Invece, questi nostri politicanti che si riempiono la bocca con il ritornello della democrazia, creano solo lobby oligarchiche, che manovrano interessi finanziari e di potere, facendo illudere i cittadini che possono scegliere e controllare la gestione della cosa pubblica. Nienti di più falso!
 
Si cambiano le generazioni di politici, si trasformano i partiti e i loro conduttori, ma la sostanza è sempre la stessa: pochi comandano, tutti subiscono le prepotenze dei politicanti. Poveri illusi coloro che pensano che giustizia e democrazia possano realizzarsi con il “capocomico” Grillo e il suo M5S, tra baciapile ed espulsi, con il “toscanino” Renzi o con i teatranti come Berlusconi e la sua corte di lacchè; sugli altri “minori” è meglio stendere un velo pietoso: nella migliore delle ipotesi cercano solo “un posto al sole”!
 
Sicuramente esistono brave persone e buoni politici, ma generalmente schiacciati dai loro schieramenti politici, se veramente alzano la cresta, vengono silurati o nella migliore delle ipotesi hanno solo un ruolo di passivi osservatori, portatori d’acqua al mulino del loro “duce”.
 
Diversamente per l’attuazione della democrazia autentica, il politico diventa un “funzionario” del popolo, non gli propone complesse soluzioni elettorali, ma predispone affinché siano i cittadini a scegliersi la legge che dia maggior possibilità di controllo e di decisioni agli elettori. Ma quali quote rosa? Ma quali liste o listini bloccati? Ma quale timore per i piccoli partiti? Ma quali premi di maggioranza al 15 o 20%? In democrazia gli elettori scelgono attraverso i “comizi elettorali” i propri candidati e poi li si sottopone al voto dell’intero corpo elettorale. Possiamo chiamarle primarie o cos’altro, ma devono essere sempre i cittadini nei partiti o in assemblee civiche a decidere e a vincolare i candidati ad un programma.
 
Queste manovre di palazzo, tipo “Italicus” figlio legittimo del “Porcellum”, sono strategie oligarchiche, di gruppi di potere, che vogliono manovrare i pochi cittadini che ancora seguono le vicende politiche, per illuderli ancora una volta e farne veicoli di quel consenso sufficiente per poter continuare a governare. Questa è l’ennesimo aborto di democrazia che non produrrà nessun vantaggio a coloro che si trovano in serie difficoltà, neppure sul piano strettamente economico, per il quale molti sarebbero disposti a rinunciare del tutto alla libertà e alla dignità.
 
L’alternativa è unica: i cittadini devono scavalcare i partiti, prendere le redini del comando semplicemente imponendo la loro presenza, con un’impegno forte e costante. Anche con questo aborto di legge elettorale, basterebbe creare ovunque assemblee di liberi cittadini, discutere e programmare e candidare i propri rappresentanti anche contro i soliti partiti e movimenti che appestano la società. L’autogestione è stata sempre il cuore della vera democrazia, seppur in rari momenti storici, e potrebbe creare i presupposti per la democrazia diretta dal popolo e vincolata al popolo. Tutto il resto sono chiacchiere insulse, prese per i fondelli e circonvenzione d’incapaci… che poi siamo noi stessi!!!
 
Foto: Flickr/Maurizio Lupi
Questo articolo è stato pubblicato qui

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