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 Home page > Tribuna Libera > La festa dell’Unità diventa la festa di Renzi

La festa dell’Unità diventa la festa di Renzi

La ruspa renziana, sotto le mentite spoglie del ricambio generazionale, rade al suolo tutto ciò che è sinistra: ieri le idee, oggi i simboli, anche se sbiaditi e senza anima.

Colpisce un giornale simbolo, un uomo simbolo, per colpire la sinistra che essi, bene o male, rappresentano.

Per questo Bersani e la sinistra PD non sono stati invitati alla festa dell'Unità. Sono stati invitati solo gli amici del segretario.

Scompare il pluralismo, la dialettica, il confronto di idee, diverse e contrapposte, e quell'aria di casa che serpeggiava tra i tavoli, nelle cucine e sul palco e animava persone che sentivano di appartenere ad un’unica famiglia.

La festa dell’Unità diventa la festa della “Leopolda”, la festa della fedeltà a Renzi.

Ai tavoli non c’è Marco che lavora all’acciaieria, il figlio di Marco che è precario, il pensionato che stenta a vivere. Ai tavoli ci sono i padroni: Serra il finanziere e i suoi amici. 

E’ brutto sentirsi estranei a casa propria.

Ma è ancora più brutto, per i compagni, pulire padelle e fare tortellini, sacrificarsi per una festa che non gli appartiene.

Sarebbe il colmo consentire a questi mezzi fascisti di farsi belli con il vostro sudore, di far voti, anche tra la gente di sinistra, con il vostro aiuto.

Occorre spazzare via ogni alibi che consentano alla destra di chiamarsi di sinistra ed imbrogliare il popolo. Occorre invece smascherare i democristiani che si dicono di sinistra e quelli di sinistra che sono diventati democristiani ma si dicono di sinistra solo perché hanno avuto la tessera del PCI.

E la vostra assenza dalle cucine e dai tavoli può aiutare questa operazione verità.

L’Unità è stata fondata da Gramsci, finanziata e difesa dai compagni e non dagli amici di Renzi.

E questo non è nostalgia del passato, ma la sola speranza per il futuro.

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