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La "contromanovra" della federazione per l’handicap

Scongiurare il “defaultdei servizi sociali in Italia: è l'obiettivo prioritario espresso dalla Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap (Fish) nel proprio documento di controproposte a “una manovra che rischia di causare molti danni alle politiche sociali nel nostro Paese”. Il timore più forte, secondo la Fish, non è tanto nell'articolato del decreto quanto nella riforma assistenziale e fiscale, per la quale il Governo chiederà la delega per recuperare 24 miliardi in due anni, pena il taglio della quasi totalità delle agevolazioni fiscali ora riconosciute ai contribuenti italiani.

La federazione ritiene che la riforma dell'assistenza sia necessaria e urgente, ma che vada affrontata in una logica molto diversa e soprattutto con la priorità dei diritti dei cittadini e della qualità dei servizi. Per trovare quei 24 miliardi che servono entro due anni, la Fish propone un Piano straordinario di controllo sugli evasori fiscali, simile a quello che è stato avviato contro i “falsi invalidi” (800.000 controlli in 4 anni), con un abbassamento del limite di pagamento per la tracciabilità (mille euro) e un ulteriore abbassamento quando il pagamento sia relativo a prestazioni o servizi. Ma la Fish suggerisce anche una diversa tassazione sulle rendite finanziarie, legate all'aliquota Irpef dei percettori, caldeggia la revisione della “tassa di solidarietà” considerando i grandi patrimoni, invita ad applicare da subito l'innalzamento delle aliquote Iva e ad aumentare le aliquote sulle tasse di successione per i grandi patrimoni. Oltre a un'imposta aggiuntiva del 10% sui capitali rientrati dall'estero grazie allo scudo fiscale.

E’ molto importante che le diverse associazioni che si occupano dei problemi delle persone colpite da handicap non si limitino a criticare i tagli ai servizi sociali, ma che si preoccupino anche di formulare delle proposte per individuare le risorse finanziarie che si otterrebbero con la riduzione della spesa pubblica determinata dalla riforma dell’assistenza. Del resto le associazioni non si oppongono a una riforma dell’assistenza, ma ritengono necessario che tale riforma non si traduca esclusivamente nell’effettuazione di tagli indiscriminati. La Fish sostiene, a ragione, che le priorità della riforma devono essere i diritti dei cittadini e la qualità dei servizi. Tutto il contrario, aggiungo, di quanto avvenuto fino ad ora: negli ultimi anni ci si è preoccupati solamente di diminuire in misura molto consistente i fondi a disposizione dei servizi sociali pubblici. Ed è quindi più che fondato il timore che, con la riforma dell’assistenza, si continui in quella direzione, del tutto sbagliata e pertanto inaccettabile.

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