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 Home page > Attualità > Cronaca > La clinica di Udine costretta a dire no a Eluana Englaro

La clinica di Udine costretta a dire no a Eluana Englaro

 

Ennesimo rifiuto per Eluana Englaro, e per il padre che da tempo cerca di ottenere l’eutanasia per la donna in stato vegetativo da 17 anni.
Ecco il comunicato stampa diffuso nel pomeriggio dalla clinica, diffuso dal Corriere:

Siamo costretti a ritirare la disponibilità ad ospitare la signora Eluana Englaro e l’equipe di volontari esterni per l’attuazione del decreto emesso dalla Corte d’Appello di Milano il 9 luglio 2008 e ratificato dalla Corte di Cassazione a sezioni riunite lo scorso novembre per il “groviglio” di norme amministrative e la possibile sovrapposizione di competenze esistenti tra Stato e Regioni.
Gli approfondimenti condotti portano a ritenere probabile che, nel caso si desse attuazione all’ospitalità della signora Englaro per il protocollo previsto, il Ministro potrebbe assumere provvedimenti che - per quanto di validità temporanea proprio in virtù delle specifiche pertinenze delle Istituzioni - metterebbero a repentaglio l’operatività della struttura, e quindi il posto di lavoro di più di 300 persone, oltre che di quelli delle società controllate, ed i servizi complessivamente erogati alla comunità.
Di fronte ad una tale, concreta prospettiva la Casa di Cura ha dunque dovuto rinunciare a portare avanti un’azione concepita con l’unico scopo di dare al signor Beppino Englaro il supporto logistico per esaudire la volontà della figlia. Al termine di questa penosa vicenda, va sicuramente rivolto un sentito ringraziamento alle tante persone che, in vari modi, hanno manifestato concreta solidarietà ed appoggio ad una decisione coraggiosa che è stata portata avanti fin quando è stato possibile.

Gli interventi a cui si fa riferimento nel comunicato sono quelli minacciati dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi un mese fa.

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